Può succedere nel calcio – può
succedere nello sport, ché gli sport non sono mai scienze esatte – che una
squadra palesemente meno forte di un’altra subisca per tutta la partita e poi
porti a casa la vittoria. Può succedere, ed è proprio perché può succedere che
le partite si giocano e non si decidono a tavolino sulla base della forza delle
squadre: nove volte su dieci vince la più forte, ma una volta su dieci perde. E
quando quella volta su dieci sei la squadra meno forte, godi. Eppure, non è
tutta qua la chiave di lettura dell’inaspettata vittoria del Rosenborg all’Amsterdam
ArenA, in casa di un Ajax più forte sia per tradizione che per valori in campo.
Non è tutta qua: di certo l’Ajax ha fatto di più del Rosenborg nei novanta
minuti, era inevitabile, però il Rosenborg non ha compiuto la rapina del
secolo; per certi versi, per quelli che erano i valori in campo, considerando
tutti i fattori a svantaggio del Rosenborg, possiamo anche dire che i ragazzi
di Trondheim abbiano fatto ciò che potevano per meritarsi la vittoria. A volte
la vittoria non arriva quando te la meriti, ma stavolta è arrivata.
Lo sport non è una scienza esatta,
dicevamo, né tantomeno la è il calcio: il Celtic è meno forte dell’Ajax, eppure
il Rosenborg col Celtic ci ha perso in casa e con l’Ajax ci ha vinto in
trasferta. Certo, tutto questo fa parte della magia di questo gioco, della
famosa imprevedibilità di cui parlavamo pocanzi. Ma probabilmente c’è dell’altro:
il fatto è che a ben vedere il Rosenborg – che forse non a caso non ha perso né
a Glasgow né in nessun’altra trasferta europea fatta quest’anno – ha fatto ad
Amsterdam grossomodo la stessa partita che ha fatto a Trondheim allorché ha
perso col Celtic. Solo che in quell’occasione i norvegesi dovevano fare la
partita e quella tattica accorta e attendista fu un suicidio; stavolta ad Amsterdam
la partita la doveva fare – l’ha fatta – l’Ajax, e l’atteggiamento prudente e
guardingo dei norvegesi ha pagato dividendi ben oltre le aspettative. Quando si tratta di
imporre il proprio gioco, il Rosenborg ha falle evidenti, almeno a livello
europeo (in patria, con avversarie più deboli, chiaramente ci va a nozze);
quando si tratta al contrario di controllare il gioco altrui, i campioni di
Norvegia ci sanno fare.
Se n’è accorto, forse troppo tardi, un
Ajax cui è sembrato difettare il carattere, la fantasia che serve per trovare
quel colpo in più che vada oltre il compitino assegnato. A volte basta essere
quegli studenti che presentano un foglio pulito e ordinato dove tutto è
corretto e senza errori; a volta ci vuole l’argento vivo addosso per scardinare
le situazioni in cui la mole di gioco creata non porta i frutti desiderati. E l’argento
vivo addosso l’Ajax non l’ha avuto. Ha prodotto gioco, azioni offensive, tiri
in porta, sospinto anche dai cinquantamila dell’ArenA, ma le volte in cui tutto
questo darsi da fare ha prodotto azioni pericolose si contano sulle dita di una
mano. Per il resto, gli attacchi dell’Ajax non si sono abbattuti sulla difesa
del Rosenborg come un violento uragano ma ci hanno sbattuto contro come la
mesta risacca di un giorno di mare appena mosso.
E il Rosenborg se l’è giocata con agio
senza sporcarsi nemmeno troppo le mani, come quegli agenti segreti dei film che
rimangono in giacca e cravatta anche quando sono inseguiti da criminali armati
e che dopo aver corso chissà quali rischi si concedono un Vesper Martini in un
locale elegante. Il canovaccio ha ricordato un po’, come dicevamo, la partita
col Celtic: gli altri a fare il gioco, il Rosenborg a controllare e a provare
le ripartenze. Solo che stavolta il gol fortuito non è stato fatto da quegli altri...
Sebbene il Rosenborg abbia sfiorato il
gol nella prima ora di partita (Nicklas Bendtner ha avuto un’occasione d’oro di
testa a portiere battuto, ma ci ha pensato un difensore avversario a sventare
la minaccia), più volte vicino ci è andato l’Ajax. Ma il Rosenborg ha saputo
limitare i rischi. Al 68° Kåre Ingebrigtsen prova la mossa a sorpresa: fuori Yann-Erik
de Lanlay, dentro il nigeriano Samuel Adegenbro. Ma Adegenbro non giocava nel
Viking? Sì, appunto, giocava: il Rosenborg l’ha acquistato dal Viking (non a
poco, pare), il 15 agosto, il ragazzo si è allenato una volta con la sua nuova
squadra, è stato inserito all’ultimo nelle liste Uefa e imbarcato insieme ai
suoi nuovi compagni sull’aereo per Amsterdam. È già tanto se si ricorda i nomi
di tutti gli altri giocatori del Rosenborg, figuriamoci se può già aver
imparato tutti gli schemi della squadra. Però è forte, accidenti se è forte,
deve aver pensato Ingebrigtsen, che probabilmente ha valutato che poteva valer
la pena buttarlo nella mischia senza adeguata preparazione, rischiarlo per gli ultimi venti minuti.
Com’è come non è, forse per gioco
forse per amore al 77° su rimessa dal fondo del Rosenborg nella difesa dell’Ajax
si apre un vuoto inspiegabile, all’improvviso la presidiata retroguardia
olandese diventa uno sconfinato deserto dove nessuno si premura di proteggere
la porta del povero Andre Onana, portiere camerunense della squadra di
Amsterdam. E chi c’è lì, pronto come pronto è un falco ad avventarsi sulla
preda, a lanciarsi su quella palla vagante, lasciata correre indifesa verso l’area
dell’Ajax? Ma lui, l’uomo del destino: Samuel Adegenbro. Al posto giusto nel
momento giusto, prende il tempo per arrivare sul pallone nel momento esatto in
cui va colpito: non uno stop, non un controllo, non un dribbling, con un tocco
solo, un secco sinistro, Adegenbro calcia la palla e infilza Onana, mandando in
vantaggio il Rosenborg.
L’Ajax non ci sta, ma è confuso, prova
a pareggiare ma è ancora più approssimativo di prima. Il Rosenborg, che già si
stava divertendo, ha più adrenalina dalla sua e riesce a chiudere la gara senza
correre troppi rischi. E vince 0-1.
Del ritorno parleremo meglio la
settimana prossima, quello che possiamo dire è che non bisogna montarsi la
testa né tantomeno pensare di aver già vinto. Contro una squadra come l’Ajax
che pochi mesi fa di Europa League era a giocarsi la finale un gol di margine
non è nulla. Quindi tutto è ancora aperto. Certo però che arrivare al ritorno
in casa partendo dal vantaggio di 1-0 era la situazione migliore che il
Rosenborg potesse sperare di trovare.
Europa
League
playoff, andata
17
agosto 2017
Amsterdam,
Amsterdam ArenA, ore 20:45
Ajax-Rosenborg
0-1 (0-0)
Rete:
77°
Samuel Adegenbro
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