venerdì 18 agosto 2017

Europa League 2017, andata playoff: il Rosenborg espugna Amsterdam e sogna



Può succedere nel calcio – può succedere nello sport, ché gli sport non sono mai scienze esatte – che una squadra palesemente meno forte di un’altra subisca per tutta la partita e poi porti a casa la vittoria. Può succedere, ed è proprio perché può succedere che le partite si giocano e non si decidono a tavolino sulla base della forza delle squadre: nove volte su dieci vince la più forte, ma una volta su dieci perde. E quando quella volta su dieci sei la squadra meno forte, godi. Eppure, non è tutta qua la chiave di lettura dell’inaspettata vittoria del Rosenborg all’Amsterdam ArenA, in casa di un Ajax più forte sia per tradizione che per valori in campo. Non è tutta qua: di certo l’Ajax ha fatto di più del Rosenborg nei novanta minuti, era inevitabile, però il Rosenborg non ha compiuto la rapina del secolo; per certi versi, per quelli che erano i valori in campo, considerando tutti i fattori a svantaggio del Rosenborg, possiamo anche dire che i ragazzi di Trondheim abbiano fatto ciò che potevano per meritarsi la vittoria. A volte la vittoria non arriva quando te la meriti, ma stavolta è arrivata.

Dopo che il suo Rosenborg ha battuto in trasferta l’Ajax, Nicklas Bendtner è un uomo in pace con se stesso mentre cammina rilassato e a piedi nudi per i corridoi dell’Amsterdam Arena (foto Richard Sagen da www.aftenposten.no)




Lo sport non è una scienza esatta, dicevamo, né tantomeno la è il calcio: il Celtic è meno forte dell’Ajax, eppure il Rosenborg col Celtic ci ha perso in casa e con l’Ajax ci ha vinto in trasferta. Certo, tutto questo fa parte della magia di questo gioco, della famosa imprevedibilità di cui parlavamo pocanzi. Ma probabilmente c’è dell’altro: il fatto è che a ben vedere il Rosenborg – che forse non a caso non ha perso né a Glasgow né in nessun’altra trasferta europea fatta quest’anno – ha fatto ad Amsterdam grossomodo la stessa partita che ha fatto a Trondheim allorché ha perso col Celtic. Solo che in quell’occasione i norvegesi dovevano fare la partita e quella tattica accorta e attendista fu un suicidio; stavolta ad Amsterdam la partita la doveva fare – l’ha fatta – l’Ajax, e l’atteggiamento prudente e guardingo dei norvegesi ha pagato dividendi ben oltre le aspettative. Quando si tratta di imporre il proprio gioco, il Rosenborg ha falle evidenti, almeno a livello europeo (in patria, con avversarie più deboli, chiaramente ci va a nozze); quando si tratta al contrario di controllare il gioco altrui, i campioni di Norvegia ci sanno fare.

Se n’è accorto, forse troppo tardi, un Ajax cui è sembrato difettare il carattere, la fantasia che serve per trovare quel colpo in più che vada oltre il compitino assegnato. A volte basta essere quegli studenti che presentano un foglio pulito e ordinato dove tutto è corretto e senza errori; a volta ci vuole l’argento vivo addosso per scardinare le situazioni in cui la mole di gioco creata non porta i frutti desiderati. E l’argento vivo addosso l’Ajax non l’ha avuto. Ha prodotto gioco, azioni offensive, tiri in porta, sospinto anche dai cinquantamila dell’ArenA, ma le volte in cui tutto questo darsi da fare ha prodotto azioni pericolose si contano sulle dita di una mano. Per il resto, gli attacchi dell’Ajax non si sono abbattuti sulla difesa del Rosenborg come un violento uragano ma ci hanno sbattuto contro come la mesta risacca di un giorno di mare appena mosso.

E il Rosenborg se l’è giocata con agio senza sporcarsi nemmeno troppo le mani, come quegli agenti segreti dei film che rimangono in giacca e cravatta anche quando sono inseguiti da criminali armati e che dopo aver corso chissà quali rischi si concedono un Vesper Martini in un locale elegante. Il canovaccio ha ricordato un po’, come dicevamo, la partita col Celtic: gli altri a fare il gioco, il Rosenborg a controllare e a provare le ripartenze. Solo che stavolta il gol fortuito non è stato fatto da quegli altri...

Sebbene il Rosenborg abbia sfiorato il gol nella prima ora di partita (Nicklas Bendtner ha avuto un’occasione d’oro di testa a portiere battuto, ma ci ha pensato un difensore avversario a sventare la minaccia), più volte vicino ci è andato l’Ajax. Ma il Rosenborg ha saputo limitare i rischi. Al 68° Kåre Ingebrigtsen prova la mossa a sorpresa: fuori Yann-Erik de Lanlay, dentro il nigeriano Samuel Adegenbro. Ma Adegenbro non giocava nel Viking? Sì, appunto, giocava: il Rosenborg l’ha acquistato dal Viking (non a poco, pare), il 15 agosto, il ragazzo si è allenato una volta con la sua nuova squadra, è stato inserito all’ultimo nelle liste Uefa e imbarcato insieme ai suoi nuovi compagni sull’aereo per Amsterdam. È già tanto se si ricorda i nomi di tutti gli altri giocatori del Rosenborg, figuriamoci se può già aver imparato tutti gli schemi della squadra. Però è forte, accidenti se è forte, deve aver pensato Ingebrigtsen, che probabilmente ha valutato che poteva valer la pena buttarlo nella mischia senza adeguata preparazione, rischiarlo per gli ultimi venti minuti.

Com’è come non è, forse per gioco forse per amore al 77° su rimessa dal fondo del Rosenborg nella difesa dell’Ajax si apre un vuoto inspiegabile, all’improvviso la presidiata retroguardia olandese diventa uno sconfinato deserto dove nessuno si premura di proteggere la porta del povero Andre Onana, portiere camerunense della squadra di Amsterdam. E chi c’è lì, pronto come pronto è un falco ad avventarsi sulla preda, a lanciarsi su quella palla vagante, lasciata correre indifesa verso l’area dell’Ajax? Ma lui, l’uomo del destino: Samuel Adegenbro. Al posto giusto nel momento giusto, prende il tempo per arrivare sul pallone nel momento esatto in cui va colpito: non uno stop, non un controllo, non un dribbling, con un tocco solo, un secco sinistro, Adegenbro calcia la palla e infilza Onana, mandando in vantaggio il Rosenborg.

L’Ajax non ci sta, ma è confuso, prova a pareggiare ma è ancora più approssimativo di prima. Il Rosenborg, che già si stava divertendo, ha più adrenalina dalla sua e riesce a chiudere la gara senza correre troppi rischi. E vince 0-1.

Del ritorno parleremo meglio la settimana prossima, quello che possiamo dire è che non bisogna montarsi la testa né tantomeno pensare di aver già vinto. Contro una squadra come l’Ajax che pochi mesi fa di Europa League era a giocarsi la finale un gol di margine non è nulla. Quindi tutto è ancora aperto. Certo però che arrivare al ritorno in casa partendo dal vantaggio di 1-0 era la situazione migliore che il Rosenborg potesse sperare di trovare.

Europa League
playoff, andata
17 agosto 2017

Amsterdam, Amsterdam ArenA, ore 20:45
Ajax-Rosenborg 0-1 (0-0)
Rete: 77° Samuel Adegenbro

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