I minuti di recupero che furono fatali
al Rosenborg nella sciagurata trasferta di Nicosia stavolta consentono ai
ragazzi di Trondheim di riaggiustare una situazione che, ancora una volta, si
era fatta pesante. La trasferta nello storico Ernst-Happel-Stadion, per l’occasione
in verità non esattamente esaurito, contro l’Austria Vienna nell’andata dei
playoff di Europa League conferma per il Rosenborg vizi e virtù di quanto visto
nel corso di questa stagione, specialmente sul versante europea. Le virtù sono
che effettivamente il Rosenborg è una buona squadra e in terra austriaca ha
dimostrato di essere più forte dell’avversario di turno. Il vizio è concedersi
amnesie improvvise, blackout catastrofici che consentono agli avversari di
raccogliere risultati spesso superiori ai propri meriti.
Un’immagine di Austria Vienna-Rosenborg (foto Frank Lervik da www.aftenposten.no) |
Nonostante gli esecrabili minuti
finali di Nicosia, mister Kåre Ingebrigtsen decide non solo di confermare il
suo consueto 4-3-3 ma anche di dare fiducia a tutti gli undici schierati nella
trasferta cipriota, a parte ovviamente il cambio obbligato dell’attaccante
sinistro Yann-Erik de Lanlay al posto del quale, infortunatosi piuttosto
seriamente nella trasferta di Lillestrøm, viene schierato il jolly Jørgen
Skjelvik, solitamente schierato esterno di difesa, slot in cui viene dato
spazio al diciannovenne australiano Alex Gersbach, che in Europa non scendeva
in campo dall’andata della sfida col Norrköping. Dal canto suo, Thorsten Fink
schiera l’Austria Vienna con un attento 4-2-3-1 in cui il nigeriano Olarenwaju
Kayode recita il ruolo di attaccante più avanzato.
Il primo tempo scorre via senza
particolari emozioni, solo con qualche incursione piuttosto innocua da una
parte e dall’altra. È proprio Gersbach a propiziare l’occasione forse più
interessante della prima frazione, allorché scodella dalla linea di fondo da
sinistra un pallone che sorprende e supera Robert Almer, portiere anche della
nazionale, scivola via lungo la linea di porta senza che nessun incursore
norvegese – troppo distante Christian Gytkjær – riesca a mettere il piedino che
possa deviare il pallone in porta.
La ripresa però inizia malissimo. Al
51° Alexander Grünwald, uno che alle statistiche in nostro possesso non segnava
in Europa dal settembre 2011 (quando contribuì con una rete alla vittoria dell’Austria
Vienna per 1-2 a Malmö nella fase a gironi di Europa League), si inventa un gol
meraviglioso: con un delizioso esterno sinistro da distanza siderale spedisce
con precisione terrificante il pallone all’incrocio dei pali, laddove l’estremo
difensore bianconero Adam Kwarasey non
può che guardarlo entrare senza nemmeno tentare un abbozzo di parata. Ed è 1-0
per l’Austria Vienna.
Ecco il blackout, ed ecco il limite
che il Rosenborg deve imparare a superare: ci può stare di andare in svantaggio
anche quando si gioca meglio, non bisogna per questo farsi prendere dal panico.
Invece due minuti dopo, il brasiliano Felipe Pires a metà campo è bravo a
cogliere di sorpresa un Rosenborg schierato in “formazione picnic”, insomma coi
giocatori sparsi un po’ a caso in qua e in là per il campo, intenti forse più a
pensare al gol appena subito che al modo di pareggiare i conti. Lunga involata
solitaria verso Kwarasey, tocchetto e gol facile facile che porta gli austriaci
sul 2-0. “Il primo gol dell’Austria Vienna è stato bellissimo, ma il secondo
glielo abbiamo regalato noi”, dirà a fine gara mister Ingebrigtsen, “dobbiamo
smetterla di concedere queste occasioni ai nostri avversari in Europa,
altrimenti sarà difficile andare avanti: è molto fastidioso non concedere nulla agli avversari per un tempo e poi
subire due gol ai primi due tiri che fanno!”
Con il Rosenborg pronto a sedersi sul
lettino dello psicanalista, i tifosi temono ormai di assistere al bis di quanto
visto a Nicosia, ossia una squadra allo sbando che, preda dei propri demoni,
concede occasioni e gol agli avversari. E c’è da far tremare le vene dei polsi
a pensare che manca ancora più di mezz’ora a fine gara...
Per fortuna, però, stavolta il
Rosenborg reagisce: supera il trauma e si riorganizza. Ingebrigtsen fa un paio
di cambi, tra cui particolarmente azzeccato si dimostra l’inserimento di Elbasan
Rashani al posto di un non molto incisivo Skjelvik. Al 75° è Pål André Helland
a impensierire gli austriaci, con un tiro che quasi per caso scavalca Almer e
rimbalza pian pianino verso la porta, dove però il difensore Jens Stryger
Larsen di spazzare via la sfera sventando la minaccia. Poi è proprio Rashani a
scatenarsi e a confezionare assist interessanti dalla sinistra. Meraviglioso il
cross scodellato all’84° in area austriaca, dove arriva preciso come un
confetto a un Gytkjær meravigliosamente solo davanti ad Almer. Il solitamente
implacabile bomber danese però, stavolta, arriva leggermente in anticipo all’appuntamento
col pallone, e al suo colpo di testa non riesce a imprimere la torsione
necessaria affinché la sfera finisca verso la porta, tanto che la palla da lui
colpita torna quasi indietro verso la fascia, dove perde tutta la sua pericolosità,
ricacciando nella gola l’urlo di gioia dei tifosi norvegesi pronti già a
esultare.
Contrariamente alla legge non scritta
del calcio che vuole che a un gol sbagliato faccia seguito un gol subito,
questa volta per fortuna gli segue un gol segnato, e il copione è quasi
identico all’azione precedente: al 91°, sempre Rashani scodella dalla sinistra
e arriva di gran carriera il testone del difensore centrale Tore Reginiussen,
salito in cerca di gloria, a scaraventare irrimediabilmente la palla in gol. Il 2-1, che è anche il risultato finale, cambia di
molto le carte in tavola in vista del ritorno. “C’è tutta la differenza del
mondo tra perdere 2-0 e perdere 2-1 in trasferta”, dice lo stesso Reginiussen a
fine gara, “certo, non possiamo permetterci un pareggio, ma basterà vincere
1-0. Per farlo abbiamo bisogno che i nostri tifosi riempiano lo stadio!”
Speriamo che giovedì prossimo la gente di Trondheim accolga questo appello!
Europa League
Playoff
Andata, 18 agosto 2016
Vienna (Austria), Ernst-Happel-Stadion,
ore 19
Austria Vienna (Aut)-Rosenborg 2-1
(0-0)
51°
Alexander Grünwald (A) [1-0], 53° Felipe Pires (A) [2-0], 91° Tore Reginiussen
(R) [2-1]
Hai detto praticamente tutto quello che cera da dire su questa partita.
RispondiEliminaSolito problema a cui Ingebrigtsen deve pensare bene di sistemare, non si può prendere un gol come il secondo e per migliorare l'allenatore dovrà entrare bene nella testa dei suoi giocatori; perchè il problema è proprio nella testa dei ragazzi di Trondheim e come hai detto tu spesso il Rosenborg fa sembrare risultati che in realtà non sono veri per quello che dimostra in campo e fa sembrare un Apoel, o come in questo caso, l'Austria Vienna degli squadroni.
Adesso però al ritorno mi aspetto tutt'altra musica e pretendo una vittoria netta e sicura.
Assolutamente: stasera il Rosenborg deve fare di tutto per dimostrare il proprio valore e superare l'Austria Vienna!
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