giovedì 4 aprile 2019

Presentazione dell’Eliteserien 2019


Quantunque lo scorso weekend il vernissage dell’Eliteserien 2019 abbia subito sovvertito i pronostici degli addetti ai lavori, sul lungo periodo le indicazioni degli esperti continuano a esprimere per la nuova e appena cominciata stagione di calcio norvegese un’idea pressoché unanime: il grande favorito per la vittoria finale è e rimane, sbandate iniziali nonostante, il Rosenborg. Il ko di Bodø in questa prima giornata è stato un autentico fulmine a ciel sereno, considerata anche la modestia dell’avversario di giornata, ma non può bastare per togliere ai campioni in carica bianconeri lo scettro di favorita d’obbligo, non foss’altro per il fatto che la stecca iniziale a Trondheim è tutt’altro che una novità: dal 2015 al 2018, cioè nelle quattro stagioni consecutive in cui il Rosenborg si è portata a casa lo scudetto dopo che nel 2014 per l’ultima volta il titolo è finito lontano dal Lerkendal (al Molde, per la precisione), solo in due occasioni (2015 e 2017) i bianconeri hanno vinto all’esordio, uscendo sconfitti nelle altre due prime giornate (1-0 in casa dell’Odd nel 2016 e in casa del Sarpborg 08 l’anno scorso, quando la prima vittoria arrivò solo alla quarta giornata). Niente di nuovo, quindi, sotto il (tiepido, almeno per ora) sole di Trondheim, laddove si continua imperterriti ad allestire rose che possano dominare in patria e magari – ma su questo negli ultimi anni gli obiettivi sono stati raggiunti molto meno – fare qualcosa di interessante anche fuori dai confini. Basti pensare che dei dodici giocatori di Eliteserien che secondo Transfermarkt valgono un milione di Euro o più, ben otto appartengono al Rosenborg (in ordine dal più caro Birger Meling, Mike Jensen, Samuel Adegbenro, André Hansen, Anders Trondsen, Tore Reginiussen, Alexander Søderlund e Nicklas Bendtner).

I giocatori del Bodø/Glimt esultano dopo aver segnato uno dei due gol con cui hanno sconfitto il Rosenborg alla prima giornata dell’Eliteserien 2019 (foto da www.glimt.no)




Degli altri quattro giocatori “milionari” di Eliteserien che non appartengono al Rosenborg, tre appartengono alle altre due squadre accreditati dei maggiori favori dei pronostici, nonché quelle che hanno fatto meglio negli ultimi anni – ma che all’esordio così come i campioni in carica hanno mostrato un po’ di ruggine dopo le vacanze invernali. L’olandese Vito Wormgoor, difensore centrale col vizio del gol, e il trequartista Fredrik Haugen, sono del Brann, in pieno rilancio dopo il clamoroso passaggio in “B” nel 2015, reduce da un terzo posto l’anno scorso frutto di un crollo finale dopo che a lungo i rossi di Bergen sono stati in grado di battagliare col Rosenborg per la conquista del titolo. Tutto lascia pensare che il Brann abbia in mente per questa stagione di ripetere l’ottima performance del 2018... magari senza il crollo finale.

Anche il Molde, la terza squadra del lotto di big da tenere d’occhio, nonché ultima a vincere il titolo prima che l’Eliteserien tornasse a essere affare riservato al Rosenborg, ha in rosa un “top player” da più di un milione di Euro, il ventitreenne Eirik Hestad, uno che sin dalle giovanili ha sempre indossato la maglia del club. A lui e agli altri pezzi pregiati della rosa (Magnus Wolff Eikrem, Vegard Forren, Ohi Omoijuanfo) il compito di portare il più in alto possibile il club guidato da Erling Moe in attesa che  Ole Gunnar Solskjær torni “a casa” dopo la parentesi al Manchester United (cosa che dovrebbe avvenire in estate, al termine della stagione inglese, e in tal caso Moe tornerà a fargli da secondo; se poi le carte in tavola cambieranno, staremo a vedere...)

Nessun’altra squadra, almeno sulla carta, pare avere le possibilità di mettere i bastoni tra le ruote a una di queste big. Se proprio dovessimo indicare un nome per una possibile sorpresa, potremmo dire il Sarpsborg 08, che tra l’altro è l’unica squadra che non sia una delle tre big ad avere in rosa un giocatore da un milione di Euro (sempre valori di Transfermarkt alla mano), vale a dire il ventottenne giramondo Sheldon Bateau, difensore centrale di Trinidad&Tobago prelevato in inverno dai kazaki del Kairat Almaty e reduce da una carriera che lo ha portato anche in Belgio e Russia. Ultima arrivata sul proscenio del calcio norvegese, il Sarpsborg 08 ha vissuto uno strepitoso 2017 che non ha saputo replicare l’anno scorso in cui però ha saputo fare molto bene in Europa League. Anche se con non molti mezzi a disposizione, sembra che a Sarpsborg si sappia cosa vuol dire lavorare su un progetto a lungo termine: questa potrebbe essere l’annata della conferma che quanto fatto negli anni passati è stato fatto bene. In rosa c’è anche il ventenne Anwar Elyounoussi, ennesimo esponente della dinastia di famiglia, fratello di Mohamed e cugino di Tarik, entrambi stabilmente nel giro della nazionale.

Teniamo d’occhio anche l’Haugesund (che farà l’Europa League e si affida a una vecchia volpe come Christian Grindheim), Strømsgodset (la coppia d’attacco Marcus Pedersen-Mustafa “Mos” Abdellaoue, l’uno bandiera della squadra l’altro neoacquisto invernale dall’Aalesund, quando è in vena può far male a chiunque), Vålerenga (team che ormai da molti anni ha molta più ambizione che talento, ma che se trova l’ispirazione di alcuni elementi interessanti come l’ex enfant prodige Bård Finne e il bomber islandese Matthías Vilhjálmsson può togliersi qualche soddisfazione) e Odd (dove si punta sull’usato sicuro di gente che ha esperienza da vendere come Steffen Hagen, Espen Ruud, Jone Samuelsen e Fredrik Nordkvelle, tutti largamente over 30): qualcuna di queste potrebbe tirare fuori dal cilindro una stagione interessante.

Punteranno alla salvezza Ranheim (reduce da un 2018 andato oltre ogni migliore aspettativa) e il Tromsø (che propone il solito interessante mix di enfants du pays poco più che ventenni e scafati marinai di lungo corso come Morten Gamst Pedersen, che a fine stagione raggiungerà le trentotto primavere), ma con la speranza che essi arrivi presto e si possa poi puntare a qualche obiettivo più divertente.

Kristiansund, Bodø/Glimt (dove l’ambiente però è a mille in seguito all’exploit col Rosenborg), Lillestrøm, Stabæk e le neopromosse Mjøndalen e Viking (squadra però di grande tradizione nonché il team che più di ogni altro negli anni passati ha puntato sul calcio islandese quando ancora nel calcio islandese non credeva nessuno) dovrebbero incendiare la lotta per la salvezza, sempre che non arrivi qualche sorpresa che nel calcio, norvegese e no, così come nella vita in generale, non manca quasi mai... e per fortuna, se no sarebbe tutto più noioso!

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