Quantunque lo scorso weekend il
vernissage dell’Eliteserien 2019 abbia subito sovvertito i pronostici degli
addetti ai lavori, sul lungo periodo le indicazioni degli esperti continuano a
esprimere per la nuova e appena cominciata stagione di calcio norvegese un’idea
pressoché unanime: il grande favorito per la vittoria finale è e rimane,
sbandate iniziali nonostante, il Rosenborg.
Il ko di Bodø in questa prima giornata è stato un autentico fulmine a ciel
sereno, considerata anche la modestia dell’avversario di giornata, ma non può
bastare per togliere ai campioni in carica bianconeri lo scettro di favorita d’obbligo,
non foss’altro per il fatto che la stecca iniziale a Trondheim è tutt’altro che
una novità: dal 2015 al 2018, cioè nelle quattro stagioni consecutive in cui il
Rosenborg si è portata a casa lo scudetto dopo che nel 2014 per l’ultima volta
il titolo è finito lontano dal Lerkendal (al Molde, per la precisione), solo in
due occasioni (2015 e 2017) i bianconeri hanno vinto all’esordio, uscendo
sconfitti nelle altre due prime giornate (1-0 in casa dell’Odd nel 2016 e in
casa del Sarpborg 08 l’anno scorso, quando la prima vittoria arrivò solo alla
quarta giornata). Niente di nuovo, quindi, sotto il (tiepido, almeno per ora)
sole di Trondheim, laddove si continua imperterriti ad allestire rose che
possano dominare in patria e magari – ma su questo negli ultimi anni gli
obiettivi sono stati raggiunti molto meno – fare qualcosa di interessante anche
fuori dai confini. Basti pensare che dei dodici giocatori di Eliteserien che
secondo Transfermarkt valgono un milione di Euro o più, ben otto appartengono
al Rosenborg (in ordine dal più caro Birger Meling, Mike Jensen, Samuel
Adegbenro, André Hansen, Anders Trondsen, Tore Reginiussen, Alexander Søderlund
e Nicklas Bendtner).
I giocatori del Bodø/Glimt esultano dopo aver segnato uno dei due gol con cui hanno sconfitto il Rosenborg alla prima giornata dell’Eliteserien 2019 (foto da www.glimt.no) |
Degli altri quattro giocatori “milionari”
di Eliteserien che non appartengono al Rosenborg, tre appartengono alle altre
due squadre accreditati dei maggiori favori dei pronostici, nonché quelle che
hanno fatto meglio negli ultimi anni – ma che all’esordio così come i campioni
in carica hanno mostrato un po’ di ruggine dopo le vacanze invernali. L’olandese
Vito Wormgoor, difensore centrale col vizio del gol, e il trequartista Fredrik
Haugen, sono del Brann, in pieno
rilancio dopo il clamoroso passaggio in “B” nel 2015, reduce da un terzo posto
l’anno scorso frutto di un crollo finale dopo che a lungo i rossi di Bergen
sono stati in grado di battagliare col Rosenborg per la conquista del titolo.
Tutto lascia pensare che il Brann abbia in mente per questa stagione di
ripetere l’ottima performance del 2018... magari senza il crollo finale.
Anche il Molde, la terza squadra del lotto di big da tenere d’occhio, nonché
ultima a vincere il titolo prima che l’Eliteserien tornasse a essere affare riservato
al Rosenborg, ha in rosa un “top player” da più di un milione di Euro, il
ventitreenne Eirik Hestad, uno che sin dalle giovanili ha sempre indossato la
maglia del club. A lui e agli altri pezzi pregiati della rosa (Magnus Wolff
Eikrem, Vegard Forren, Ohi Omoijuanfo) il compito di portare il più in alto
possibile il club guidato da Erling Moe in attesa che Ole Gunnar Solskjær torni “a casa” dopo la
parentesi al Manchester United (cosa che dovrebbe avvenire in estate, al
termine della stagione inglese, e in tal caso Moe tornerà a fargli da secondo;
se poi le carte in tavola cambieranno, staremo a vedere...)
Nessun’altra squadra, almeno sulla
carta, pare avere le possibilità di mettere i bastoni tra le ruote a una di
queste big. Se proprio dovessimo indicare un nome per una possibile sorpresa,
potremmo dire il Sarpsborg 08, che
tra l’altro è l’unica squadra che non sia una delle tre big ad avere in rosa un
giocatore da un milione di Euro (sempre valori di Transfermarkt alla mano),
vale a dire il ventottenne giramondo Sheldon Bateau, difensore centrale di
Trinidad&Tobago prelevato in inverno dai kazaki del Kairat Almaty e reduce
da una carriera che lo ha portato anche in Belgio e Russia. Ultima arrivata sul
proscenio del calcio norvegese, il Sarpsborg 08 ha vissuto uno strepitoso 2017
che non ha saputo replicare l’anno scorso in cui però ha saputo fare molto bene
in Europa League. Anche se con non molti mezzi a disposizione, sembra che a
Sarpsborg si sappia cosa vuol dire lavorare su un progetto a lungo termine:
questa potrebbe essere l’annata della conferma che quanto fatto negli anni
passati è stato fatto bene. In rosa c’è anche il ventenne Anwar Elyounoussi,
ennesimo esponente della dinastia di famiglia, fratello di Mohamed e cugino di Tarik,
entrambi stabilmente nel giro della nazionale.
Teniamo d’occhio anche l’Haugesund (che farà l’Europa League e
si affida a una vecchia volpe come Christian Grindheim), Strømsgodset (la coppia d’attacco Marcus Pedersen-Mustafa “Mos”
Abdellaoue, l’uno bandiera della squadra l’altro neoacquisto invernale dall’Aalesund,
quando è in vena può far male a chiunque), Vålerenga
(team che ormai da molti anni ha molta più ambizione che talento, ma che se
trova l’ispirazione di alcuni elementi interessanti come l’ex enfant prodige Bård
Finne e il bomber islandese Matthías Vilhjálmsson può togliersi qualche
soddisfazione) e Odd (dove si punta
sull’usato sicuro di gente che ha esperienza da vendere come Steffen Hagen,
Espen Ruud, Jone Samuelsen e Fredrik Nordkvelle, tutti largamente over 30):
qualcuna di queste potrebbe tirare fuori dal cilindro una stagione
interessante.
Punteranno alla salvezza Ranheim (reduce da un 2018 andato oltre
ogni migliore aspettativa) e il Tromsø
(che propone il solito interessante mix di enfants du pays poco più che
ventenni e scafati marinai di lungo corso come Morten Gamst Pedersen, che a
fine stagione raggiungerà le trentotto primavere), ma con la speranza che essi
arrivi presto e si possa poi puntare a qualche obiettivo più divertente.
Kristiansund, Bodø/Glimt (dove l’ambiente però è a
mille in seguito all’exploit col Rosenborg), Lillestrøm, Stabæk e le
neopromosse Mjøndalen e Viking (squadra però di grande
tradizione nonché il team che più di ogni altro negli anni passati ha puntato
sul calcio islandese quando ancora nel calcio islandese non credeva nessuno)
dovrebbero incendiare la lotta per la salvezza, sempre che non arrivi qualche
sorpresa che nel calcio, norvegese e no, così come nella vita in generale, non
manca quasi mai... e per fortuna, se no sarebbe tutto più noioso!
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