Dopo che ieri ci siamo dedicati al
Viking, è tempo adesso di accendere i nostri riflettori sull’altra squadra
rivelazione di questo inizio di Eliteserien 2019, ossia il Bodø/Glimt. Rispetto
al club di Stavanger, i gialloneri, che nell’ultimo decennio hanno fatto cinque
stagioni di “serie B” (dal 2010 al 2013 e nel 2017), vantano una storia meno
gloriosa in cui però non sono mancati gli episodi prestigiosi: pur senza aver
mai vinto un campionato (sono arrivati secondi tre volte, l’ultima delle quali
nel 2003), i ragazzi di Bodø hanno vinto due Coppe di Norvegia (1975 e 1993),
bazzicando di tanto nelle competizioni europee tra Coppa delle Coppe e Coppa
Uefa (22 partite giocate in tutto dal 1976 al 2004: per tre volte ha giocato
contro squadre italiane, sempre in Coppa delle Coppe – contro il Napoli nel ’76,
l’Inter nel ’78 e la Sampdoria nel ’94 – perdendo però in tutte e sei le
occasioni tranne che all’andata in casa con la Samp, allorché la vittoria per
3-2 non bastò comunque a evitare l’eliminazione in seguito alla sconfitta per
2-0 a Marassi al ritorno).
Bodø, Aspmyra Stadion, 31 marzo: foto di rito per l’undici iniziale del Bodø/Glimt prima della partita poi vinta contro il Rosenborg (foto Kent Even Grundstad da www.glimt.no) |
Se per definire l’avvio del Bodø non
bastassero le tre vittorie su tre ottenute in queste prime tre giornate,
condite da dieci reti fatte (e, unica nota stonata, sei reti subite), sarebbe
sufficiente ricordare di queste tre ben due sono state ottenute contro
accreditate pretendenti al titolo, il Molde e addirittura sua maestà il
Rosenborg. Insomma, lassù nella graziosa Bodø, piacevole città (ricostruita però
non sempre con grandissimo gusto dopo che purtroppo i bombardamenti della
Seconda Guerra Mondiale fecero parecchi danni) situata per pochi chilometri
dentro al Circolo Polare Artico, capolinea delle ferrovie norvegesi (a parte
l’eccezione di Narvik, che è più a nord ma è collegata unicamente con la
Svezia) nonché porto principale per raggiungere le meravigliose Lofoten, sotto
la guida del relativamente inesperto Kjetil Knutsen (cinquantenne che l’anno
scorso, al primo anno al Bodø/Glimt da head coach dopo essere stato nello staff
tecnico, ha esordito come allenatore in Eliteserien) si sta provando a
combinarla grossa.
Come il Viking, anche il Glimt si è
sempre schierato in campo con il 4-3-3. Dando un’occhiata a coloro che sono
sempre stati scelti come titolari in tutte e tre le partite giocate, iniziamo
dall’“esotico” portiere, il ventiseienne brasiliano Ricardo Friedrich, a Bodø
già dal 2017 e in Scandinava già dal 2015, allorché lasciò la madrepatria per
vestire la maglia dei finlandesi del RoPS.
Il ventenne terzino sinistro Fredrik
André Bjørkan, proveniente dalle giovanili del club, presidia la difesa insieme
all’altro terzino, il destro Erlend Dahl Reitan, di un anno più grande e
di proprietà del Rosenborg (che già nel 2017 lo prestò al Bodø), e al centrale,
il classe ’93 Marius Lode, al terzo anno in giallonero dopo quattro stagioni al
Bryne.
A centrocampo, sempre presenti il
ventiseienne Vegard Leikvoll Moberg, anche lui al terzo anno di carriera al
Bodø ma che aveva già giocato in massima divisione (però per solo sei presenze)
col Sogndal nel 2016, e il coetaneo Ulrik Saltnes, bandiera della squadra (ha
iniziato la nona stagione in giallonero) da cui i tifosi si aspettano molto.
Il tridente offensivo è invece
affidato al ventiseienne svedese Amor Layoni, anche lui a Bodø dal 2017, al
trentunenne Geir André Herrem, che in carriera ha giocato pure in “serie C”
tedesca (col Babelsberg 1903) e nel campionato estone (col Flora Tallinn), e al
dicannovenne di belle speranze (è l’unico “millennial” tra i titolari) Håkon
Evjen.
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