Sono le due squadre del momento, le
uniche ancora a punteggio pieno: Viking e Bodø/Glimt, in un campionato che dopo
tre giornate vede annaspare la superfavorita Rosenborg e anche le altre due big
Molde e Brann, stanno provando ad attuare una vera e propria rivoluzione
copernicana, issandosi a suon di vittorie – e che vittorie! – in testa alla
classifica, provando a sovvertire i pronostici. Già, i pronostici: chi alla
vigilia del campionato poteva pensare a uno scenario del genere? Non noi, che
infatti nella presentazione della nuova stagione non abbiamo dedicato che poche
righe all’una e all’altra squadra. Anche se ovviamente non sappiamo se e quanto
questa favola continuerà, è giusto omaggiare queste due rivelazioni
tracciandone i profili con un po’ più di attenzione. Oggi ci dedicheremo al
Viking, domani al Bodø.
Definire il Viking come una squadra
neopromossa fa un po’ sorridere anche se questa non è che la pura verità.
L’anno scorso la squadra di Stavanger era infatti in OBOS-ligaen (vinta da prima
classificata dopo un solo anno) per quanto sia una squadra tutt’altro che
povera di tradizione, con parecchi successi alle spalle, anche se un po’
lontani nel tempo, come gli otto campionati (l’ultimo nel 1991) e le cinque
coppe (l’ultima nel 2001) vinti. Insomma, tanta storia passata ma un presente
in chiaroscuro che non lasciava presagire un avvio così a razzo.
E invece la truppa del sessantaduenne
mister Bjarne Berntsen, tornato dal 2018 ad allenare il Viking (che aveva già
guidato dal ’92 al ’95 e nel 2004) dopo tanti anni passati in seno alla
Federazione (è stato ct della Norvegia femminile dal 2005 al 2009, perdendo in
finale con la Germania gli Europei del 2005 in Inghilterra, arrivando quarto ai
Mondiali in Cina del 2007 e venendo eliminato in semifinale a Euro 2009 in
Finlandia), ha raccolto tre successi su tre non solo contro avversarie di medio
livello come Kristiansund e Tromsø ma anche contro un top club norvegese come
il Brann.
Il Viking, che in queste tre partite
non ha segnato tantissimo (“solo” sei reti, che fa comunque una media di due
gol a partita ma che lo portano a essere “solo” il quinto miglior attacco della
lega) ma ha una difesa pressoché imperforabile (con un solo gol subito, tra
l’altro all’85° minuto della terza giornata dopo 265 minuti – recuperi esclusi
– di imbattibilità, è la miglior difesa del campionato), è sempre stato
schierato da Berntsen con un classico 4-3-3.
Diamo un’occhiata ai titolari fissi
del Viking, quelli che in queste tre partite hanno sempre iniziato la partita
in campo. Difende i pali l’esperto trentaquattrenne Iven Austbø, un “canterano”
che ha sempre giocato nel Viking sin dalle giovanili (è nato proprio a
Stavanger) a parte una parentesi dal 2008 al 2013 tra Stabæk – con cui al primo
anno vinse il campionato – e Sandefjord); per lui fino al 2006 anche 11
presenze in Under 21 mai coronate però dall’esordio in nazionale maggiore.
In difesa, inamovibili gli esterni: a
sinistra il trentenne Rolf Daniel Vikstøl, alla seconda stagione a Stavanger
dopo una vita allo Start, a destra il classe ’94 Sondre Flem Bjørshol, anche
lui approdato al Viking nel 2018 dopo aver giocato soltanto in “serie B”: queste appena
giocate quest’anno sono quindi le sue prime tre partite in Eliteserien della
vita.
Centrocampo e attacco affidati a sei
uomini cui Berntsen ha sempre dato fiducia. Da sinistra a destra troviamo il
ventitreenne Ylldren Ibrahimaj, che il Viking ha comprato a metà 2018
dall’altra squadra poi promossa a fine stagione in Eliteserien, il Mjøndalen,
ma con una lunga carriera nella squadra della sua città, l’Arendal, con cui ha
vissuto dal 2012 al 2017 la cavalcata dalla Third Division (la “serie D”)
all’OBOS-ligaen; l’islandese Samúel Friðjónsson, un ventitreenne nel giro della
nazionale ceduto in prestito quest’inverno dal Vålerenga che forse l’ha
lasciato partire un po’ troppo a cuor leggero; e il ventenne dal piede caldo Kristian
Thorstvedt, figlio d’arte (il padre Erik è stato un portiere di un certo
successo che dall’89 al ’96 ha difeso i pali del Tottenham): con i suoi tre gol
segnati in queste prime tre partite ha già visto aumentare il suo prezzo di
mercato, e se dovesse continuare così il suo contratto in scadenza a fine 2021
potrebbe consentire al Viking di coltivare un promettente talento per tre anni
o di cederlo prima facendo un po’ di cassa.
Davanti capitan Zlatko Tripic,
ventiseienne nato in Croazia ma cresciuto in Norvegia (è cittadino norvegese),
orchestra l’attacco insieme all’esperto Tommy Høiland (trentenne che ha in
bacheca pure una vittoria in campionato e due in Coppa, entrambe ottenute
quando giocava nel Molde, ma che non ha mai sfondato le reti – non ha mai
segnato più di dieci reti a stagione in campionato – tant’è che quest’anno è
ancora a secco) e al ventenne Zymer Bytyqi, una delle promesse più attese del
calcio norvegese: quando ha esordito in Tippeligaen, il 28 maggio 2012 con il
Sandnes Ulf (squadra in cui all’epoca militava anche Høiland), aveva appena 15
anni e 261 giorni, tanto che all’epoca era il giocatore più giovane ad aver mai
giocato in massima divisione (record poi battuto nel 2014 da Martin Ødegaard
che esordì con lo Strømsgodset a 15 anni e 118 giorni) – all’epoca Bytyqi finì
sul taccuino degli osservatori del Salisburgo, sempre attenti a scovare giovani
talenti, e a inizio 2013 fu ingaggiato dalla squadra austriaca: l’esperienza
con la squadra Red Bull però si è conclusa in breve tempo senza l’esordio in
prima squadra.
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