“Non vediamo l'ora di giocare i
secondi 90 minuti in Ungheria, abbiamo fatto una buona gara, adesso ai miei
giocatori non posso dire che di usare questa sconfitta per motivarsi ancora di
più tra tre giorni”: Per-Mathias Høgmo a fine gara ai taccuini di uefa.com non
ci sta e suona la carica ai suoi ragazzi. Niente è ancora finito, niente è
ancora compromesso: la Norvegia stecca clamorosamente la partita più importante
dell’anno (anzi, degli ultimi quindici anni) e cede il passo all’Ungheria, che
espugna l’Ullevaal con uno 0-1 tanto risicato quanto pesante (un macigno!) in
vista del ritorno a Budapest domenica.
Ma che è successo? La Norvegia non
doveva essere più forte dell’Ungheria? Lo dicevano tutti: com’è che ha perso?
La sensazione è che i nostri non siano stati in grado di reagire a una
situazione sfavorevole – ingiustamente sfavorevole, è vero, ma nello sport
succede e ne abbiano subito il colpo
oltremisura. Proprio così: per i primi 25 minuti in campo a Oslo c’è stata in
campo una sola squadra, la Norvegia, che è parsa a tutti più forte – non nettamente
più forte, ma più forte sì – degli ospiti. Poi è successo l’imponderabile: il
parvenu László Kleinheisler, esordiente gettato a sorpresa nella mischia dal ct
dei magiari Bernd Storck, ha azzeccato un buon mancino verso la porta di Ørjan
Nyland che, ancorché portiere affidabilissimo con numeri incredibili, ha scelto
il momento peggiore per farsi trovare impreparato; tuffo fuori tempo, manona
che soltanto sfiora il pallone, e rete che si gonfia. 0-1 per l’Ungheria.
È qui che la partita ha svoltato, ed è
qui che la Norvegia ha mostrato tutta la sua paura: ci può stare di andare
sotto nel calcio anche in casa con una squadra più debole e in una partita
importantissima. Succede. E se succede, si riparte e si cerca di raddrizzare la
situazione senza smarrirsi. Invece la Norvegia si è smarrita: ha continuato a
produrre una mole di gioco spaventosa, a tenere palla fino al 58% finale,
tanto che a fine partita i tiri verso la porta magiara saranno 22, di cui 6 tra
i pali. E allora cos’è che è andato storto? Semplice: a tanto fumo è
corrisposto pochissimo arrosto. L’attacco norvegese ha prodotto tanto e
combinato poco, mostrando una vena realizzativa davvero indigente. Polveri
bagnate di tutti gli attaccanti, compreso uno stranamente confuso Alexander Søderlund,
e un gioco che raramente ha portato pericoli autentici agli ungheresi.
Poi è chiaro che in partite così non
guasterebbe anche un bell’episodio a favore, magari con un po’ di fortuna. L’Ungheria
l’ha avuto, la Norvegia no: una delle poche sortite fortunate di Omar
Elabdellaoui in area avversaria si è conclusa sull’erba dell’Ullevall dopo una
più che evidente trattenuta di un difensore magiaro tra l’altro già ammonito; l’arbitro
avrebbe potuto concedere rigore e seconda ammonizione, e la partita avrebbe
forse cambiare direzione, ma l’arbitro ha lasciato correre; sul finale, Pål
André Helland ha incocciato di testa una palla alta che vagava in area magiara
a portiere battuto, ma non ha saputo fare di meglio che centrare la traversa.
Qualche millimetro in più o in meno e avremmo potuto raccontare una bella
vittoria, ok, ma la storia con i se non si fa.
Insomma, Norvegia sfortunata tradita
da un portiere solitamente bravissimo e da un attacco che scoppiettante non lo
è stato mai ma nemmeno così sterile, mentre all’Ungheria ha girato tutto bene.
Cosa si può salvare da una gara così? Be’, semplicemente che è finita solo 0-1.
La sensazione è che a poterla rigiocare domani questa partita non finirebbe
così. E domani non si può rigiocare, ma domenica sì: a Budapest è in programma
il ritorno, e forse una volta tanto avere poco tempo per rimuginare sulle
occasioni perdute è un bene, i nostri adesso dovranno pensare più che altro a rendere
la pariglia ai magiari. Tutto sommato ha ragione Høgmo: non vediamo l’ora di
prenderci la rivincita. La Norvegia ha giocato male, è vero, e dovrà
migliorare per ribaltare una situazione che ora si è fatta durissima; ma anche
l’Ungheria, che pure pare aver raccolto il massimo possibile, di certo non ha
fatto saltare gli osservatori sulla sedia da quanto gioca bene. Ce la possiamo
fare a ribaltare? Sì. Sarà facile? No, sarà durissima. Ma ce la possiamo fare.
Oslo,
Ullevaal Stadion, 12 novembre 2015, ore 20:45
Norvegia
- Ungheria 0-1 (0-1)
Playoff
Europei, andata
Rete: 26° László
Kleinheisler
Norvegia: Ørjan Nyland
(Ingolstadt), Omar Elabdellaoui (Olympiacos), Even Hovland (Norimberga), Vegard
Forren (Molde), Tom Høgli (Copenaghen), Per Ciljan Skjelbred (Hertha Berlino)
[86° Pål André Helland (Rosenborg)], Alexander Tettey (Norwich), Stefan
Johansen (Celtic), Jo Inge Berget (Malmö) [74° Mohamed Elyounoussi (Molde)], Markus
Henriksen (AZ Alkmaar), Alexander Søderlund (Rosenborg) [61° Marcus Pedersen (Strømsgodset)].
All.: Per-Mathias Høgmo.
Arbitro: Mark
Clattenburg (Inghilterra)
Ammoniti: Alexander
Tettey, Omar Elabdellaoui (N); Zoltán Gera, Tamás Kádár, Richard Guzmics
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