“Era venuto per salvare la squadra,
ora stiamo peggio di prima”: in estrema sintesi, i media norvegesi in questi
giorni hanno espresso questa opinione, o altre di questo tenore, nei confronti
del ct della Norvegia, il buon Per-Mathias Høgmo, reo a loro parere di aver
acuito la crisi per rimediare alla quale era stato assunto. E a suffragio delle
loro idee non hanno portato fumose argomentazioni, ma i dati che nel calcio
alla fine contano più di tutti: i risultati. Con Høgmo, in effetti, la
nazionale norvegese non è decollata. Anzi, è vieppiù sprofondata.
E a meno di una settimana dalla
sconfitta in Repubblica Ceca, sconfitta che ha sancito la fine di un ciclo che
non è mai nemmeno iniziato, Høgmo si è arreso, rassegnando le dimissioni. Non è
stata una scelta semplice per l’ex allenatore del Tromsø, che aveva espresso
più volte la volontà di onorare fino in fondo il contratto con la Federcalcio
norvegese, in scadenza solo il prossim’anno. Tuttavia, in questi giorni le pressioni perché se
ne andasse sono state enormi, non solo dai media ma anche
dalla stessa Federazione, che non l’ha licenziato solo per non dovergli pagare
l’intera buonuscita che da contratto sarebbe spettata al ct. Le parti si sono
trovate a un tavolo e la trattativa non è stata semplice: alla fine Høgmo ha
spuntato una liquidazione tutt’altro che misera, facendo imbufalire ancora una
volta i giornali norvegesi, negli ultimi tempi decisamente sul piede di guerra:
se spendiamo tutti questi soldi per mandare via il vecchio allenatore, come
faremo a prenderne uno nuovo all’altezza della situazione? Gli allenatori all’altezza
della situazione, da che mondo è mondo, com’è anche giusto che sia, vanno
pagati...
E l’allenatore all’altezza della
situazione, secondo i soliti belligeranti media norvegesi, c’è: è Ståle
Solbakken, norvegese di Kongsvinger ma con una carriera internazionale alle
spalle, sia come calciatore che come allenatore. E il problema è proprio
questo: essendo un allenatore di buona caratura internazionale, lavora all’estero.
Al Copenaghen, per la precisione. Al quale è legato da un contratto non
faraonico ma nemmeno da due spiccioli. E si torna al problema di prima: pagato
Høgmo perché se ne vada, i soldi per Solbakken perché arrivi potrebbero non
esserci. Il “piano B” – sempre secondo i media, perché la NFF, la Federcalcio
norvegese, non ha ancora fatto trapelare orientamenti ufficiali – potrebbe non
essere esente dai medesimi problemi: Ole Gunnar Solskjær, secondo molti il nome
giusto nel caso la trattativa con Solbakken non portasse da nessuna parte, è
legato al Molde da un contratto fino al 2018.
E quindi, al momento, siamo in “vacanza
di potere”: non c’è nessun allenatore alla guida della nazionale norvegese.
Chiunque sia, arriverà nelle prossime settimane. L’unica certezza granitica,
per ora, è che Per-Mathias Høgmo non è più ct della Norvegia.
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