Dopo due terzi (più o meno)
di stagione norvegese in cui abbiamo seguito con passione le vicende della
Tippeligaen, è arrivata l’ora di dare un’occhiata al “piano di sotto”, alla
serie B norvegese, che da un paio di anni ha smesso di chiamarsi Adeccoligaen
per adottare – sempre per motivi di sponsorizzazione – il brand OBOS-ligaen. E
se nella massima serie non è molto difficile individuare nel Rosenborg la
strafavorita per la vittoria finale, per quanto riguarda la “cadetteria” il
discorso è invece nettamente diverso, perché in 23 giornate gli avvicendamenti
nella parte superiore della classifica sono stati numerosi e hanno riguardato
sia squadre altisonanti, scese di recente dalla Tippeligaen e comunque
accreditate sin dalla vigilia del titolo di favorite, sia da alcune sorprese,
come il Kongsvinger neo-promosso dalla Second Division, reduce da un 2015 in
cui fece ben 62 punti in 26 incontri, chiudendo con un eloquente +20 punti sulle
più dirette inseguitrici del quarto gruppo di quel campionato.
Iniziando con ordine, a oggi
in prima posizione troviamo il Kristiansund, terzo classificato dello
scorso anno (sconfitto nella finale playoff dallo Jerv), che dopo alcune botte
di assestamento è riuscito comunque a issare la propria bandiera sulle altre,
con 48 punti che valgono il +5 sul secondo posto. Botte di assestamento che,
stranamente, nell’ultimo mese e mezzo sono avvenute in casa per ben due volte,
contro Sandnes Ulf (partita però, come vedremo dopo, ancora sub judice) e Kongsvinger. Nonostante ciò la squadra si è dimostrata
piuttosto solida e compatta, anche nell’ultima giornata, dove sotto per 1-0 sul
campo del Levanger è riuscita ad avere la meglio in due minuti a cavallo tra 65°
e 67° per poi ampliare la vittoria nei minuti di recupero (1-3 il finale). Un
fattore importante è costituito dal numero 11 Dauda Karamoko Bamba, ivoriano classe
‘95, che con 14 reti e 2 assist è il vice capocannoniere della lega. A sette
giornate dal termine, cinque punti potrebbero essere un’infinità, ma coach
Christian Michelsen dovrà lavorare molto sulla tenuta mentale, anche se la sua
è per ora la squadra del campionato ad aver subito meno sconfitte (cinque).
Foto da kristiansundfk.no |
Dietro troviamo quella che,
a detta degli esperti, sin dall’inizio della stagione è la pretendente numero uno
a salire direttamente ai piani alti della Tippeligaen, ovvero il Sandefjord, retrocessa dal piano di
sopra appena un anno fa. Sandefjord è una bellissima città che si trova sulla
punta del Sandefjordsfjord, che non è uno scioglilungua ma il fiordo che si
trova nella parte meridionale del paese e che nei secoli ha difeso questa zona
dalle invasioni straniere: anche la squadra, come se fosse protetta anch’essa
dal fiordo, ha subito quest’anno pochissimi attacchi dalle altre pretendenti, se
non fosse per un mese di luglio da incubo, con 4 sconfitte in altrettante
partite; sconfitte pesanti che hanno ridimensionato i piani della squadra che,
invece di trovarsi a un buon distacco sul terzo posto, ha soltanto un punto di
margine. E ricordiamo che a salire direttamente in Tippeligaen saranno soltanto
le prime due: la ripresa del Sandefjord c'è stata, il “veliero” si è rimesso in
sesto e adesso è pronto a lottare fino alla trentesima giornata.
Terzo posto per lo Jerv,
che l’anno scorso da outsider perse le speranze di un’incredibile promozione
soltanto al termine dello spareggio per la Tippeligaen contro lo Start (1-1 in
casa, 1-3 a Kristiansand). Ma non si trattava evidentemente solo di fortuna o
improvvisazione: la squadra sta replicando quest’anno quanto visto la scorsa
stagione disputando un ottimo campionato: un mese di agosto da incorniciare ha
spinto i “ghiottoni” di Grimstad (jerv vuol dire proprio ghiottone, nel senso
dell’animale) a un'incredibile cavalcata ai danni del Kristiansund. Adesso però,
dopo la sconfitta di lunedì a Fredrikstad (che tutto sommato ci può stare) e la
vendita proprio allo Start del gioiellino ghanese Antwi Dennis Agyare (23 anni),
arriva il difficile. Se la squadra dimostrerà di esserci, la lotta con i primi
due posti potrebbe essere ancora aperta.
Le tribune del Levermyr Stadion, a Grimstad. Fonte: b-gjengen.com |
Quarto posto per il Sandnes
Ulf, che nel 2012 ha raggiunto la massima divisione dopo solo otto anni
dalla fusione, avvenuta nel 2004, appunto tra Sandnes e Ulf (due compagini
prive di una grande storia alle spalle: all’epoca, il Sandnes aveva appena
vinto il campionato di Third Division, la “serie D” norvegese), per poi
rimanere contro ogni pronostico in Tippeligaen per ben tre stagioni (peccato
per il deludente 16° e ultimo posto del 2014). Adesso, al suo secondo anno
consecutivo in OBOS-ligaen, i celesti sembrano pronti per un altro salto di
qualità, visto che il capocannoniere dello scorso anno (a parimerito con Robert
Stene del Ranheim), lo svedese Pontus Engblom (all’Haugesund dal 2012 al 2014), non pago dei 17 gol nel 2015, ne
ha già firmati 19 quest’anno e continua a mantenere vive le sue speranze di
bissare il titolo di marcatore principe, sia quelle del club di piazzarsi
almeno tra il terzo e il sesto posto, conquistando così i playoff. O magari
fare anche di meglio: oggi il Sandefjord secondo ha cinque punti di vantaggio,
tanti ma non tantissimi. A questo punto una delle sfide più importanti della
stagione del Sandnes Ulf potrebbe essere disputata a carte bollate piuttosto
che a calcio: il giudice sportivo ha infatti disposto la ripetizione della
partita vinta 2-3 sul campo della capolista Kristiansund il 15 agosto. Al 70°
di quella partita, infatti, sul 2-1 per i padroni di casa, l’arbitro, l’ovviamente
contestatissimo Kim Rune Østerlie Borgersen, ha sventolato un secondo
cartellino giallo a Tor Erik Torske, giocatore del Kristiansund già ammonito al
14°, il quale però nell’azione fallosa non aveva compiuto alcunché ed è stato
punito al posto del compagno “colpevole”. In dieci contro undici, il
Kristiansund ha subito due reti dal Sandnes Ulf (all’85° e all’88°) perdendo la
partita. Ora che il giudice ha disposto la ripetizione della gara, il Sandnes
Ulf ha immediatamente fatto ricorso: staremo a vedere, qua ballano tre punti
molto importanti.
Proprio alle spalle del Sandnes Ulf
troviamo la squadra più sorprendente dell’anno, il Kongsvinger, team che nel 2010 ha fatto la Tippeligaen e che, dopo
un’ultima apparizione in “serie B” nel 2013 era, come già detto, sprofondato
nelle paludi della Second Division. Ora però la squadra appena promossa continua
a correre forte anche in Obos-ligaen, e a trascinarla così in alto ci sono
essenzialmente giocatori reduci dalla passata stagione, durante la quale
avevano già fatto vedere di che pasta erano fatti, come il turco naturalizzato
Adem Guven (10 gol), Mats Cato Moldskred (10 gol), lo spagnolo Maikel (5
gol), e il centrocampista ventunenne Martin Ellingsen, venuto da Elverum (tra l’altro
una delle poche squadre che l’anno scorso hanno provato a opporsi allo
strapotere dei nostri) per stupire. L’11 settembre la sfida tra Sandnes Ulf e
Kongsvinger ci dirà qualcosa di più sul destino di queste due squadre la cui
stagione resta comunque più che positiva.
Al sesto troviamo lo Strømmen, che
nella sua storia recente non ha mai superato la settima posizione, giunta al
suo primo anno di Addecoligaen nel 2010. Lo scorso anno, questa compagine della
Greater Oslo (solo 20 km a est della capitale) aveva concluso all’ottavo posto
con 37 punti, gli stessi che ha raggiunto quest’anno in 23 gare (quando restano
quindi da giocare ben sette partite). Ora toccherà a Espen Olsen motivare la
squadra per l’ultimo blocco di partite, a iniziare da quella di domenica 11 in
casa contro il Mjøndalen, altra squadra in cerca di punti play-off. La main
stan dello Strømmen Stadion potrebbe essere facilmente accomunabile con quella
delle antiche strutture inglesi, come ad esempio il Craven Cottage, toccherà al
pubblico trasformare l’impianto in un catino degno della Premier League!
Settimo e ottavo, a pari merito con 35
punti, sono il Levanger e l’appena citato Mjøndalen, due squadre che avevano
obiettivi differenti ad inizio stagione e che hanno dovuto cambiare le loro
prospettive: il Levanger vorrebbe ripetere il finale dello scorso anno (quando
dodici punti nelle ultime quattro partite gli valsero la salvezza al nono posto)
ma non fa punti da un mese, mentre il Mjøndalen, retrocesso dalla Tippeligaen
lo scorso anno, dopo un inizio a rilento sta iniziando a ingranare vorrebbe tornare
nella lotta per i playoff.
Il vero limbo di questa ladder è
costituito da quella che potremmo definire la seconda squadra di Bergen, ovvero
l’Åsane, la cui casa è ubicata ad Ulset, piccolo distretto a 12 città
dalla città del Brann. Il Myrdal Gress non sarà il Brann Stadion vista la sua
capacità di 2158 spettatori, ma per ora la squadra sembra essersi assicurata quantomeno
la permanenza in OBOS-ligaen.
Posizioni 10 e 11 per Fredrikstad e Hødd,
due compagini che cercano di rinverdire fasti di un passato più o meno lontani;
per gli Aristokratene la gloria è ormai un ricordo antico: dopo i tanti
campionati vinti durante gli anni ‘40 e ‘60 e un ultimo colpo di reni nel 2006
(vittoria della Coppa di Norvegia 2006), a Fredrikstad la discesa negli inferi
è stata rapida e dolorosa fino alla retrocessione del 2012. Dopo il dodicesimo
posto dello scorso anno, la speranza è quella di salvarsi ancora, nell’auspicio
di scavare nelle giovanili per trovare giovani di qualità. Per il momento,
però, sulla Riverside Promenade della città, il futuro è cupo. Anche l’Hødd ha
bei ricordi legati alla Coppa di Norvegia, vinta nel 2012 nonostante fosse in “B”
(e anche l’Europa League dell’anno successivo venne disputata dalla cadetteria,
visto che la squadra non è mai stata in massima divisione): dopo il quarto
posto dello scorso anno, l’idea era forse di farla da padrone in questo
campionato; però adesso al contrario la squadra ha solo 27 punti e rischia di
sprofondare al 13° posto che vuol dire una sola cosa: retrocessione. Per questo
adesso bisognerà alzarsi le maniche, pensare a salvarsi, e ricostruire,
partendo dalle fondamenta solide come le gambe di Robin Shroot, nordirlandese
dal senso del gol che a Ulsteinvik fa sempre benissimo. Piccola curiosità: l’Hødd
è proprio una squadra da tutto o niente, tanto che in 23 partite ha vinto otto
volte e perso dodici; i pareggi, che taluni nell’era dei tre punti a vittoria
definiscono mezze sconfitte, sono stati solo tre.
Fanno gruppo a parte, distanziati però
di pochi punti, Ullensaker/Kisa, Ranheim e KFUM Oslo. L’Ullensaker/Kisa nelle
ultime dieci ha seguito lo stesso passo dell’Hødd precedentemente citato,
ovvero ha vinto cinque partite, ne ha pareggiata una e ne ha perse ben quattro,
ma per ora è l’unica squadra di questo gruppetto a restare fuori dalla zona
retrocessione, seppur veda il baratro avvicinarsi dietro di sé...
Il Ranheim, a parità di punti, non
vince però da due mesi (11 luglio, bella vittoria con il Sandefjord per 3-0),
raccogliendo così solo sconfitte nelle ultime cinque gare: A oggi sembra la
squadra più in difficoltà del lotto.
Per la seconda squadra della capitale,
ovvero il KFUM-Kameratene Oslo, la promozione dalla Second Division poteva
essere considerata come un trampolino di lancio per far diventare questa piccola
realtà di Ekeberg (quartiere periferico della capitale) il nuovo Lyn Oslo, ex
squadra di John Obi Mikel che da qui fu pescato dal Chelsea, retrocesso tra i
dilettanti per bancarotta nel 2010. Tuttavia, dopo una prima parte di stagione
dignitosa e positiva, le cose sono peggiorate: una vittoria in undici partite,
con soli quattro pareggi, non garantiscono di certo solidità alla troupe
comandata dal portiere ex Vålerenga Lars Hirschfield, canadese rimasto nella
capitale pur cambiando casacca. La salvezza oggi sembra difficile, ma qualora
dovesse avvenire possiamo stare certi che nell’Ekerberg Sculpture Park le
venticinque statue oggi presenti diventeranno ventisei, con un aggiunta per
quella di mister Ståle Andersen.
Fonte: betacademy.com |
A chiudere le fila troviamo Raufoss e
Bryne, due habitué delle zone bollenti della classifica per motivi diversi: i
primi, da neo-promossi, hanno pagato lo scotto della categoria superiore,
seppur con i nuovi innesti di fine mercato Evandro Roncatto (dai brasiliani del
Rio Branco) e l’ivoriano Emilie Dadjo dal Kongsvinger (due gol in tre partite) stiano
provando a risalire la china; i sette punti di distacco dalla salvezza invitano
comunque a non fare ragionamenti utopici.
Per il Bryne invece, la storia si
ripete: lo scorso anno a questo punto della stagioni le sorti erano sempre le
stesse, ma le vittorie nei due scontri diretti con il Follo (2-0) ed il Bærum (2-1
alla trentesima) avevano assicurato i punti salvezza, in un Bryne Stadion che
sembrava divenuto un catino argentino. Adesso, dopo un inizio altalenante, i
poteri di questa struttura sembrano essere tornati in auge, perché a farne le
spese sono stati Sandnes Ulf e Levanger, con i soli Sandefjord e Strømmen
capaci di vincere in questo borgo nei pressi di Stavanger, la città del Viking.
Ma qualche viking deve esserci anche a Bryne, e comunque vada lotterà fino alla
fine.
Anche l’OBOS-ligaen riposa in questo
weekend e riparte l’11 settembre: prepariamoci per il rush finale, dal quale potremmo
ritrovarci delle sorprese nella prossima Tippeligaen!
Classifica dopo 23 giornate (su 30)
Kristiansund* 48
Sandefjord 43
Jerv 42
Kongsvinger 38
Strømmen 37
Sandnes Ulf* 35
Levanger 35
Mjøndalen 35
Åsane 30
Fredrikstad 27
Hødd 27
Ullensaker/Kisa 25
Ranheim 25
KFUM Oslo 23
Raufoss 18
Bryne 17
*:
Una partita in meno dopo che il giudice sportivo ha disposto la ripetizione di
Kristiansund-Sandnes Ulf del 15 agosto, terminata 2-3; il Sandnes Ulf ha fatto
ricorso contro questa decisione chiedendo che venga ripristinato il risultato
maturato sul campo.
Prima
e seconda posizione: promozione
Dalla
terza alla sesta posizione: playoff (semifinali e finale poi spareggio con la
terzultima di Tippeligaen)
Dalla
tredicesima alla sedicesima posizione: retrocessione
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