giovedì 1 settembre 2016

OBOS-ligaen 2016: il punto dopo 23 giornate


Dopo due terzi (più o meno) di stagione norvegese in cui abbiamo seguito con passione le vicende della Tippeligaen, è arrivata l’ora di dare un’occhiata al “piano di sotto”, alla serie B norvegese, che da un paio di anni ha smesso di chiamarsi Adeccoligaen per adottare – sempre per motivi di sponsorizzazione – il brand OBOS-ligaen. E se nella massima serie non è molto difficile individuare nel Rosenborg la strafavorita per la vittoria finale, per quanto riguarda la “cadetteria” il discorso è invece nettamente diverso, perché in 23 giornate gli avvicendamenti nella parte superiore della classifica sono stati numerosi e hanno riguardato sia squadre altisonanti, scese di recente dalla Tippeligaen e comunque accreditate sin dalla vigilia del titolo di favorite, sia da alcune sorprese, come il Kongsvinger neo-promosso dalla Second Division, reduce da un 2015 in cui fece ben 62 punti in 26 incontri, chiudendo con un eloquente +20 punti sulle più dirette inseguitrici del quarto gruppo di quel campionato.







Iniziando con ordine, a oggi in prima posizione troviamo il Kristiansund, terzo classificato dello scorso anno (sconfitto nella finale playoff dallo Jerv), che dopo alcune botte di assestamento è riuscito comunque a issare la propria bandiera sulle altre, con 48 punti che valgono il +5 sul secondo posto. Botte di assestamento che, stranamente, nell’ultimo mese e mezzo sono avvenute in casa per ben due volte, contro Sandnes Ulf (partita però, come vedremo dopo, ancora sub judice) e Kongsvinger. Nonostante ciò la squadra si è dimostrata piuttosto solida e compatta, anche nell’ultima giornata, dove sotto per 1-0 sul campo del Levanger è riuscita ad avere la meglio in due minuti a cavallo tra 65° e 67° per poi ampliare la vittoria nei minuti di recupero (1-3 il finale). Un fattore importante è costituito dal numero 11 Dauda Karamoko Bamba, ivoriano classe ‘95, che con 14 reti e 2 assist è il vice capocannoniere della lega. A sette giornate dal termine, cinque punti potrebbero essere un’infinità, ma coach Christian Michelsen dovrà lavorare molto sulla tenuta mentale, anche se la sua è per ora la squadra del campionato ad aver subito meno sconfitte (cinque).
  

Foto da kristiansundfk.no


Dietro troviamo quella che, a detta degli esperti, sin dall’inizio della stagione è la pretendente numero uno a salire direttamente ai piani alti della Tippeligaen, ovvero il Sandefjord, retrocessa dal piano di sopra appena un anno fa. Sandefjord è una bellissima città che si trova sulla punta del Sandefjordsfjord, che non è uno scioglilungua ma il fiordo che si trova nella parte meridionale del paese e che nei secoli ha difeso questa zona dalle invasioni straniere: anche la squadra, come se fosse protetta anch’essa dal fiordo, ha subito quest’anno pochissimi attacchi dalle altre pretendenti, se non fosse per un mese di luglio da incubo, con 4 sconfitte in altrettante partite; sconfitte pesanti che hanno ridimensionato i piani della squadra che, invece di trovarsi a un buon distacco sul terzo posto, ha soltanto un punto di margine. E ricordiamo che a salire direttamente in Tippeligaen saranno soltanto le prime due: la ripresa del Sandefjord c'è stata, il “veliero” si è rimesso in sesto e adesso è pronto a lottare fino alla trentesima giornata.




Terzo posto per lo Jerv, che lanno scorso da outsider perse le speranze di un’incredibile promozione soltanto al termine dello spareggio per la Tippeligaen contro lo Start (1-1 in casa, 1-3 a Kristiansand). Ma non si trattava evidentemente solo di fortuna o improvvisazione: la squadra sta replicando quest’anno quanto visto la scorsa stagione disputando un ottimo campionato: un mese di agosto da incorniciare ha spinto i “ghiottoni” di Grimstad (jerv vuol dire proprio ghiottone, nel senso dell’animale) a un'incredibile cavalcata ai danni del Kristiansund. Adesso però, dopo la sconfitta di lunedì a Fredrikstad (che tutto sommato ci può stare) e la vendita proprio allo Start del gioiellino ghanese Antwi Dennis Agyare (23 anni), arriva il difficile. Se la squadra dimostrerà di esserci, la lotta con i primi due posti potrebbe essere ancora aperta.

Le tribune del Levermyr Stadion, a Grimstad. Fonte: b-gjengen.com



Quarto posto per il Sandnes Ulf, che nel 2012 ha raggiunto la massima divisione dopo solo otto anni dalla fusione, avvenuta nel 2004, appunto tra Sandnes e Ulf (due compagini prive di una grande storia alle spalle: all’epoca, il Sandnes aveva appena vinto il campionato di Third Division, la “serie D” norvegese), per poi rimanere contro ogni pronostico in Tippeligaen per ben tre stagioni (peccato per il deludente 16° e ultimo posto del 2014). Adesso, al suo secondo anno consecutivo in OBOS-ligaen, i celesti sembrano pronti per un altro salto di qualità, visto che il capocannoniere dello scorso anno (a parimerito con Robert Stene del Ranheim), lo svedese Pontus Engblom (all’Haugesund dal 2012 al 2014), non pago dei 17 gol nel 2015, ne ha già firmati 19 quest’anno e continua a mantenere vive le sue speranze di bissare il titolo di marcatore principe, sia quelle del club di piazzarsi almeno tra il terzo e il sesto posto, conquistando così i playoff. O magari fare anche di meglio: oggi il Sandefjord secondo ha cinque punti di vantaggio, tanti ma non tantissimi. A questo punto una delle sfide più importanti della stagione del Sandnes Ulf potrebbe essere disputata a carte bollate piuttosto che a calcio: il giudice sportivo ha infatti disposto la ripetizione della partita vinta 2-3 sul campo della capolista Kristiansund il 15 agosto. Al 70° di quella partita, infatti, sul 2-1 per i padroni di casa, l’arbitro, l’ovviamente contestatissimo Kim Rune Østerlie Borgersen, ha sventolato un secondo cartellino giallo a Tor Erik Torske, giocatore del Kristiansund già ammonito al 14°, il quale però nell’azione fallosa non aveva compiuto alcunché ed è stato punito al posto del compagno “colpevole”. In dieci contro undici, il Kristiansund ha subito due reti dal Sandnes Ulf (all’85° e all’88°) perdendo la partita. Ora che il giudice ha disposto la ripetizione della gara, il Sandnes Ulf ha immediatamente fatto ricorso: staremo a vedere, qua ballano tre punti molto importanti.



Proprio alle spalle del Sandnes Ulf troviamo la squadra più sorprendente dell’anno, il Kongsvinger, team che nel 2010 ha fatto la Tippeligaen e che, dopo un’ultima apparizione in “serie B” nel 2013 era, come già detto, sprofondato nelle paludi della Second Division. Ora però la squadra appena promossa continua a correre forte anche in Obos-ligaen, e a trascinarla così in alto ci sono essenzialmente giocatori reduci dalla passata stagione, durante la quale avevano già fatto vedere di che pasta erano fatti, come il turco naturalizzato Adem Guven (10 gol), Mats Cato Moldskred (10 gol), lo spagnolo Maikel (5 gol), e il centrocampista ventunenne Martin Ellingsen, venuto da Elverum (tra l’altro una delle poche squadre che l’anno scorso hanno provato a opporsi allo strapotere dei nostri) per stupire. L’11 settembre la sfida tra Sandnes Ulf e Kongsvinger ci dirà qualcosa di più sul destino di queste due squadre la cui stagione resta comunque più che positiva.




Al sesto troviamo lo Strømmen, che nella sua storia recente non ha mai superato la settima posizione, giunta al suo primo anno di Addecoligaen nel 2010. Lo scorso anno, questa compagine della Greater Oslo (solo 20 km a est della capitale) aveva concluso all’ottavo posto con 37 punti, gli stessi che ha raggiunto quest’anno in 23 gare (quando restano quindi da giocare ben sette partite). Ora toccherà a Espen Olsen motivare la squadra per l’ultimo blocco di partite, a iniziare da quella di domenica 11 in casa contro il Mjøndalen, altra squadra in cerca di punti play-off. La main stan dello Strømmen Stadion potrebbe essere facilmente accomunabile con quella delle antiche strutture inglesi, come ad esempio il Craven Cottage, toccherà al pubblico trasformare l’impianto in un catino degno della Premier League!

Settimo e ottavo, a pari merito con 35 punti, sono il Levanger e l’appena citato Mjøndalen, due squadre che avevano obiettivi differenti ad inizio stagione e che hanno dovuto cambiare le loro prospettive: il Levanger vorrebbe ripetere il finale dello scorso anno (quando dodici punti nelle ultime quattro partite gli valsero la salvezza al nono posto) ma non fa punti da un mese, mentre il Mjøndalen, retrocesso dalla Tippeligaen lo scorso anno, dopo un inizio a rilento sta iniziando a ingranare vorrebbe tornare nella lotta per i playoff.

Il vero limbo di questa ladder è costituito da quella che potremmo definire la seconda squadra di Bergen, ovvero l’Åsane, la cui casa è ubicata ad Ulset, piccolo distretto a 12 città dalla città del Brann. Il Myrdal Gress non sarà il Brann Stadion vista la sua capacità di 2158 spettatori, ma per ora la squadra sembra essersi assicurata quantomeno la permanenza in OBOS-ligaen.

Posizioni 10 e 11 per Fredrikstad e Hødd, due compagini che cercano di rinverdire fasti di un passato più o meno lontani; per gli Aristokratene la gloria è ormai un ricordo antico: dopo i tanti campionati vinti durante gli anni ‘40 e ‘60 e un ultimo colpo di reni nel 2006 (vittoria della Coppa di Norvegia 2006), a Fredrikstad la discesa negli inferi è stata rapida e dolorosa fino alla retrocessione del 2012. Dopo il dodicesimo posto dello scorso anno, la speranza è quella di salvarsi ancora, nell’auspicio di scavare nelle giovanili per trovare giovani di qualità. Per il momento, però, sulla Riverside Promenade della città, il futuro è cupo. Anche l’Hødd ha bei ricordi legati alla Coppa di Norvegia, vinta nel 2012 nonostante fosse in “B” (e anche l’Europa League dell’anno successivo venne disputata dalla cadetteria, visto che la squadra non è mai stata in massima divisione): dopo il quarto posto dello scorso anno, l’idea era forse di farla da padrone in questo campionato; però adesso al contrario la squadra ha solo 27 punti e rischia di sprofondare al 13° posto che vuol dire una sola cosa: retrocessione. Per questo adesso bisognerà alzarsi le maniche, pensare a salvarsi, e ricostruire, partendo dalle fondamenta solide come le gambe di Robin Shroot, nordirlandese dal senso del gol che a Ulsteinvik fa sempre benissimo. Piccola curiosità: l’Hødd è proprio una squadra da tutto o niente, tanto che in 23 partite ha vinto otto volte e perso dodici; i pareggi, che taluni nell’era dei tre punti a vittoria definiscono mezze sconfitte, sono stati solo tre.




Fanno gruppo a parte, distanziati però di pochi punti, Ullensaker/Kisa, Ranheim e KFUM Oslo. L’Ullensaker/Kisa nelle ultime dieci ha seguito lo stesso passo dell’Hødd precedentemente citato, ovvero ha vinto cinque partite, ne ha pareggiata una e ne ha perse ben quattro, ma per ora è l’unica squadra di questo gruppetto a restare fuori dalla zona retrocessione, seppur veda il baratro avvicinarsi dietro di sé...

Il Ranheim, a parità di punti, non vince però da due mesi (11 luglio, bella vittoria con il Sandefjord per 3-0), raccogliendo così solo sconfitte nelle ultime cinque gare: A oggi sembra la squadra più in difficoltà del lotto.

Per la seconda squadra della capitale, ovvero il KFUM-Kameratene Oslo, la promozione dalla Second Division poteva essere considerata come un trampolino di lancio per far diventare questa piccola realtà di Ekeberg (quartiere periferico della capitale) il nuovo Lyn Oslo, ex squadra di John Obi Mikel che da qui fu pescato dal Chelsea, retrocesso tra i dilettanti per bancarotta nel 2010. Tuttavia, dopo una prima parte di stagione dignitosa e positiva, le cose sono peggiorate: una vittoria in undici partite, con soli quattro pareggi, non garantiscono di certo solidità alla troupe comandata dal portiere ex Vålerenga Lars Hirschfield, canadese rimasto nella capitale pur cambiando casacca. La salvezza oggi sembra difficile, ma qualora dovesse avvenire possiamo stare certi che nell’Ekerberg Sculpture Park le venticinque statue oggi presenti diventeranno ventisei, con un aggiunta per quella di mister Ståle Andersen.

Fonte: betacademy.com



A chiudere le fila troviamo Raufoss e Bryne, due habitué delle zone bollenti della classifica per motivi diversi: i primi, da neo-promossi, hanno pagato lo scotto della categoria superiore, seppur con i nuovi innesti di fine mercato Evandro Roncatto (dai brasiliani del Rio Branco) e l’ivoriano Emilie Dadjo dal Kongsvinger (due gol in tre partite) stiano provando a risalire la china; i sette punti di distacco dalla salvezza invitano comunque a non fare ragionamenti utopici.

Per il Bryne invece, la storia si ripete: lo scorso anno a questo punto della stagioni le sorti erano sempre le stesse, ma le vittorie nei due scontri diretti con il Follo (2-0) ed il Bærum (2-1 alla trentesima) avevano assicurato i punti salvezza, in un Bryne Stadion che sembrava divenuto un catino argentino. Adesso, dopo un inizio altalenante, i poteri di questa struttura sembrano essere tornati in auge, perché a farne le spese sono stati Sandnes Ulf e Levanger, con i soli Sandefjord e Strømmen capaci di vincere in questo borgo nei pressi di Stavanger, la città del Viking. Ma qualche viking deve esserci anche a Bryne, e comunque vada lotterà fino alla fine.

Anche l’OBOS-ligaen riposa in questo weekend e riparte l’11 settembre: prepariamoci per il rush finale, dal quale potremmo ritrovarci delle sorprese nella prossima Tippeligaen!
 
Classifica dopo 23 giornate (su 30)
Kristiansund*     48
Sandefjord 43
Jerv               42
Kongsvinger        38
Strømmen           37
Sandnes Ulf*        35
Levanger           35
Mjøndalen          35
Åsane              30
Fredrikstad        27
Hødd               27
Ullensaker/Kisa    25
Ranheim            25
KFUM Oslo          23
Raufoss            18
Bryne              17
*: Una partita in meno dopo che il giudice sportivo ha disposto la ripetizione di Kristiansund-Sandnes Ulf del 15 agosto, terminata 2-3; il Sandnes Ulf ha fatto ricorso contro questa decisione chiedendo che venga ripristinato il risultato maturato sul campo.
Prima e seconda posizione: promozione
Dalla terza alla sesta posizione: playoff (semifinali e finale poi spareggio con la terzultima di Tippeligaen)
Dalla tredicesima alla sedicesima posizione: retrocessione

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