Il match della terza giornata della
fase a gironi di Europa League ha previsto ieri una trasferta di spicco per il
Rosenborg di Kåre Ingebrigtsen, il confronto contro una delle squadre più
accreditate del torneo, lo Zenit di Roberto Mancini.
I giocatori del Rosenborg a giro per San Pietroburgo prima della partita con lo Zenit (foto dalla pagina Facebook del Rosenborg) |
L’approccio lascia ben presagire, perché
i bianconeri di Trondheim non si fanno intimorire e scendono in campo
con il consueto 4-3-3: tre i cambi, uno per reparto. Birger Meling per Pål
André Helland in attacco, nonostante il primo sia solitamente impiegato come
terzino, Anders Konradsen per Marius Lundemo, a lottare fisicamente con il
numero otto dei russi, l’argentino Matias Kranevitter, e Johan Lædre Bjørdal per
il danese Jacob Rasmussen, che però non va in panchina ma gioca prendendo il
posto vacante di Meling sulla sinistra. Dall’altra parte, la squadra russa –
che potremmo definire anche argentina, visto che dal paese latinoamericano sono
arrivati ben cinque giocatori di spessore – si schiera a specchio con il
medesimo schema: sorvegliato speciale è il centrocampista Leandro Paredes, ex
Roma, così come in casa Rosenborg si sa di dover fare i conti con gli scatti
fulminei di Sebastian Driussi ed Emiliano Rigoni, sempre pronti ad accendere il
bomber Aleksandr Kokorin.
La gara inizia in salita per i
norvegesi, perché al primo minuto, da un cross, che pareva innocuo, dalla
fascia sinistra di Domenico Criscito, Rigoni può staccare ed insaccare in
surplace. Nell’azione del gol possiamo vedere come il dieci dello Zenit sia
bravo ad arrivare in terzo tempo e ad anticipare Meling, che non copre
preventivamente. È già 1-0.
Da qui alla fine del primo tempo il
match diventa soporifero, perché lo Zenit è padrone del campo ma non osa
affondare troppo il colpo continuando nel suo palleggio costante – vista la
caratura tecnica degli interpreti ha gioco facile in questo – mentre il
Rosenborg, dalla sua, prova a contenere e a ripartire col duo Samuel Agdenbero-Nicklas
Bendtner, senza però riuscire a costruire grandi occasioni.
A centrocampo, i bianconeri non
riescono quasi mai ad avere una soddisfacente supremazia territoriale.
Kranevitter controlla facilmente i palloni in uscita dei norvegesi mentre
Paredes, con meno compiti difensivi, può lanciare gli attaccanti, come in
occasione del secondo gol, a metà ripresa: l’ex Roma mette il solito Rigoni di fronte ad André Hansen,
beffato con un cucchiaio al volo che l’estremo difensore ospite intercetta
senza riuscire però a bloccarlo. È 2-0.
Il Rosenborg è nel pallone, e lo
dimostra anche il suo giocatore di spicco, Nicklas Bendtner, che con un
maldestro retropassaggio serve involontariamente proprio Rigoni il quale, a tu
per tu con Hansen, questa volta opta per un leggero piatto sinistro. Match in
cassaforte per i russi.
Il Rosenborg però limita i danni,
uscendo dignitosamente dal nuovissimo impianto sull’isola Krestovskij: un gran
lancio di Rasmussen coglie impreparato il reparto difensivo, Emanuel Mammana su
tutti, e permette a Helland di arrivare a tu per tu con Andrey Lunev e di
insaccare facilmente con un destro in controbalzo. Testa al ritorno, tra due
settimane al Lerkendal, dove i norvegesi si giocano tanto per provare a lottare
nel girone per passare il turno.
Europa
League
Girone L, 3° giornata
28
settembre 2017
San
Pietroburgo (Russia), Saint Petersburg Stadium, ore 19 (ore 20 locali)
Zenit-Rosenborg
3-1 (1-0)
Reti: 2°, 69° e
75° Emanuele Rigoni (Z) [1-0, 2-0, 3-0], 88° Pål André Helland
Nello
stesso girone
Vardar-Real Sociedad 0-6
Classifica
Zenit 9
Real Sociedad 6
Rosenborg 3
Vardar 0
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