Dopo lo scivolone contro la Serbia durante gli spareggi europei, la Norvegia di Lars Lagerbäck, affossata dalle critiche, è ripartita dal duplice impegno in UEFA Nations League. La Norvegia è inserita nel Gruppo 1 della seconda divisione, con Austria, Romania e Irlanda del Nord: l’obiettivo stagionale, o perlomeno quello rimanente, è quindi di lottare per la promozione in prima divisione, che consentirebbe di sfidare nella prossima edizioni le migliori nazionali del continente. Per farlo è necessario piazzarsi in testa al raggruppamento: molto delle sorti degli uomini di Lagerback, e del futuro dell’allenatore stesso, è passato per l’appunto dal duplice impegno dell’Ullevaal Stadion, contro Romania ed Irlanda del Nord.
L’undici norvegese sceso in campo a Oslo contro l’Irlanda del Nord (foto Bildbyrån da www.fotball.no)
Nell’impegno di domenica scorsa, contro la Romania, la Norvegia mette in campo tutta la rabbia agonistica dovuta alla cocente eliminazione contro la Serbia. Nonostante i romeni abbiano un ranking migliore (34° posto rispetto al 44° norvegese), in campo c’è solo una squadra: il 4-4-2 diventa facilmente un 4-2-4 in fase offensiva, potendo contare sull’apporto di uomini di qualità come Ødegaard, Haaland, Sørloth e Elyounoussi. I primi dieci minuti sono però appannaggio della Romania, con un’interessante conclusione dalla distanza di Razvan Marin (ora al Cagliari) che non impensierisce Jarstein. Sulla prima ripartenza fulminante, la Norvegia passa: contropiede veloce che si sviluppa sulla destra per Ødegaard, che, giunto sulla trequarti, sterza sul sinistro e serve Haaland dall’altra parte del campo con un passante rasoterra e perfetto: di fronte a Tatarusanu l’attaccante del Borussia non si scompone e insacca facendo passare la palla sotto al portiere. Siamo al 13°, la Norvegia accellera e sfiora il raddoppio in almeno altre cinque occasioni, prima di trovarlo con Sørloth al 39° su assist di Birger Meling, sempre a trazione anteriore sulla fascia sinistra. Il secondo tempo è un mix di gestione del risultato e possibilità di affinare l’intesa: quella tra Ødegaard e Haaland funziona benissimo, così come quella tra lo stesso Haaland e Sørloth. Ødegaard e Sørloth che, con due assist, permettono al campioncino di confezionare la prima tripletta in nazionale maggiore: prima con un facile tap-in mancino, poi con una bella conclusione, sempre di sinistro. Sarà 4-0 finale, con tanti rimpianti per quanto accaduto con la Serbia.
La voglia di riscatto svanisce leggermente contro l’Irlanda del Nord, ma la Norvegia non smarrisce il cammino e porta a casa un importantissimo 1-0. Lagerbäck cambia un solo interprete, provando a legare le doti di Haaland con la rapidità di Joshua King: un attacco meno pesante ma più imprevedibile. Il risultato non è comunque dei migliori, visto che la Norvegia creerà poche occasioni da gol e l’intesa tra i due sembra lontana dal consolidarsi. Anche Ødegaard, rispetto a qualche giorno prima, appare affannato: ciò non toglie che, da un suo perfetto cross su calcio d’angolo al minuto 67, la Norvegia passi con un autogol di Stuart Dallas, pressato da Alexander Sørloth, in qualche modo decisivo da subentrato.
Con 9 punti, ed una differenza reti di +8, la Norvegia aggancia l’Austria in testa al Gruppo 1: tra un mese, con le due trasferte di Bucarest e Vienna, gli uomini di Lagerback potranno puntare al sorpasso e, perché no, cercare la promozione in una competizione che può aiutare ad allontanare i fantasmi dell’ultima cocente eliminazione dalle qualficazioni europee.
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