Dunque,
dove eravamo rimasti? A lunedì 26 novembre scorso quando, dopo la finale di
Coppa che ha chiuso la stagione norvegese 2012, il Nordlys, quotidiano di
Tromsø, uscì nelle edicole della città con una prima pagina tutta nera dal
titolo eloquente: “Qui doveva esserci l'articolo sulla vittoria del Tromsø, ma
non avevamo un piano B”. Già, ricorderete anche voi quell’incredibile finale di
stagione, col blasonato Tromsø sconfitto ai rigori nella finale di Coppa dalla
cenerentola Hødd, squadra che in Adeccoligaen si è salvata solo all’ultima
giornata (e grazie alla differenza reti!) ma che da luglio sarà impegnata anche
in Europa League... Questa piccola premessa sul finale della scorsa stagione
aiuta a ricordare un dato che in questi anni abbiamo sottolineato più volte: il
calcio norvegese è veramente imprevedibile, e regala spesso grandi sorprese.
È
una cosa che bisogna tenere bene a mente ora che, alla vigilia della nuova
stagione di Tippeligaen, ci accingiamo a dare un’occhiata a quelle che sulla carta dovrebbero essere le
protagoniste, le squadre cioè che lotteranno per lo scudetto o, male che vada,
per un posto nelle competizioni Uefa. Ribadiamo che sono favorite sulla carta:
non escludiamo né che qualcuna di queste si riveli una grande delusione, né che
ce ne sia una non tra queste che riesca ad intrufolarsi nelle posizioni di
vertice della classifica. Chissà, il calcio norvegese – lo abbiamo detto tante
volte in questi anni – tecnicamente non è per palati fini, visto che esprime un
campionato di basso livello in confronto a quello dei campionati più blasonati
d’Europa, però ha alcuni punti di forza, tra cui proprio l’essere spesso
equilibrato e sorprendente...
Molde
62, Strømsgodset 58, Rosenborg 55, Tromsø e Viking 49: questa la classifica
finale della passata Tippeligaen. Al netto di quanto appena detto, il buon
senso ci suggerisce che le favorite della stagione siano proprio queste, e che l’ordine
d’arrivo finale del 2013 potrebbe essere simile a quelle del 2012, più o meno
in queste posizioni, facendo però attenzione che negli ultimi anni il Rosenborg
è stata la vera mina vagante, una scheggia impazzita che potrebbe anche
ammazzare il campionato come ritrovarsi invischiata nelle zone di metà
classifica. Diamo comunque uno sguardo a queste cinque squadre, anche alla luce
delle loro operazioni di mercato più importanti.
Molde – Che Ole Gunnar Solskjær, il quale già da
giocatore ha calcato i palcoscenici più importanti, abbia intenzione anche da
allenatore di lasciare un giorno la madrepatria per sedere su panchine più
prestigiose lo dicono tutti, ed anche egli stesso lo ha lasciato trapelare più
di una volta. Prima, però, vuole rendere grande il Molde. O meglio: veramente grande, visto che grande il
Molde lo è già diventato, e questo anche grazie proprio allo stesso Solskjær,
l’artefice delle due vittorie consecutive in Tippeligaen nelle ultime due
stagioni. Quindi, mister Baby-faced Assassin non si muove, anzi rilancia sul
suo Molde sia in chiave Tippeligaen che in chiave Champions (cioè accesso ai
gironi). Questi sono gli obiettivi dichiarati. Per raggiungerli, il Molde ha
imbastito un mercato interessante, macchiato però da due importanti cessioni
(oltre alla ripartenza di Pape Paté Diouf, che però era tornato solo in
prestito ed ora è di nuovo in forza al Copenaghen), quella di Davy Claude
Angan, bomber ivoriano da 33 reti in due stagioni (coppe comprese) ceduto per
12 milioni di corone (poco più di un milione e mezzo di Euro) ai cinesi dell’Hangzhou
Greentown, e quella della “bandiera” Vegard Forren, brillante centrocampista
dell’88 la cui carriera fin qua è stata tutta vestita dei colori del Molde (con
cui ha esordito nel 2007, nell’ultima stagione disputata dalla squadra in
Adeccoligaen) e che è stato ceduto agli inglesi del Southampton. Per sopperire
a questi pesanti addii, il Molde ha fatto alcuni acquisti stuzzicanti.
Anzitutto, abbiamo finalmente anche in Tippeligaen un giocatore italiano (non
mi risulta ce ne siano altri), anche se questo è mezzo italiano (per parte di
papà Loreno) e mezzo finlandese (per parte di mamma Marketta), è nato in
Finlandia e con la nazionale finlandese sta facendo tutte le trafile delle
giovanili (ora è nell’Under 21, potrebbe essere ancora in tempo per vestire la
maglia dell’Italia maggiore, ma pare improbabile tanto che Prandelli lo
convochi quanto che lui abbia intenzione di abbandonare la “sua” Finlandia).
Stiamo parlando del giovane Lauri Dalla
Valle, bomber del ’91, prelevato dal Fulham e reduce da un lungo giro di
prestiti inglesi (l’ultima squadra in cui ha militato è il Crewe Alexandra,
League One, la “serie C” inglese, ma nel 2005 ha pure fatto parte delle
giovanili dell’Inter). Lo ha fortemente voluto Solskjær: lo ha conosciuto ai
tempi in cui allenava il Manchester United Riserve e garantisce per lui. Arriva
alla corte del Molde anche Ørjan
Håskjold Nyland, il ventiduenne portierone dell’Hødd che nella famosa
finale di Coppa dell’anno passato ha parato il parabile a quelli del Tromsø e
che – anche se tra i pali del Molde dovrebbe conservare il posto da titolare il
quotato Espen Bugge Pettersen –
potrebbe tornare comodo. È un mercato comunque tutto imperniato sui
giovanissimi: tornano dai prestiti Zlatko
Tripic (20 anni), Sean Cunningham
(19) e Pål Erik Ulvestad (22), firma
il primo contratto da professionista un diciassettenne delle giovanili di cui
si parla molto bene, Erik Hestad, e
vengono acquistate due promesse su cui gli scout norvegesi credono tantissimo, Sebastian Remme Berge (17 anni, dal
Mysen) e Jan Tidjani Aboubacar (16
anni dal Levanger). Come si vede, a Molde non si lavora solo per il 2013, ma
anche per gli anni a venire: in una squadra che ha anche punti di forza non
certo anziani come Magnus Wolff Eikrem
e Jo Inge Berget (entrambi
ventiduenni) la linea verde potrebbe pagare molto.
Strømsgodset – Quelli che forse sono stati i due maggiori artefici dell’ottimo
secondo posto dell’anno passato, Lars Christopher Vilsvik (24 anni) e
l’ungherese Peter Kovacs (che sarà pure un “vecchietto” di 35 anni ma è
capocannoniere della Tippeligaen 2012) sono rimasti, così come è rimasto mister
Ronny Deila. In realtà, l’ossatura della squadra è rimasta
sostanzialmente invariata e, vista come è andata l’anno passato, potrebbe
essere una scelta vincente. Non da poco, ma tutto sommato inevitabili, le due
cessioni all’estero (Anders Konradsen va al Rennes, Ola Kamara al Monaco 1860),
notiamo che al poco movimento in uscita (parte anche Lars Iver Strand che,
ormai troppo “anziano” per questi livelli, scende di categoria e si accasa al
Sandefjord) fa da contraltare un altrettanto ridotto movimento in entrata, però
molto ponderato e curato: niente scommesse giovani, solo giocatori esperti che
hanno meno margine di crescita ma garantiscono meno pericolo di flop. Torna
allo Strømsgodset dove aveva iniziato la carriera (giocandovi in passato sette
stagioni non consecutive) l’attaccante trentenne Thomas Sørum, che nelle
ultime due stagioni non ha fatto male in Svezia (Helsingborg); dal mercato
interno arrivano il centrocampista trentunenne Simen Brenne (dall’Odd
Grenland) e il difensore venticinquenne Jørgen Horn (dal Fredrikstad).
Un acquisto per reparto: lo Strømsgodset non ha voluto rivoluzionare la
squadra, solo puntellarla meglio.
Rosenborg – Come molti tifosi a Trondheim avevano probabilmente sperato, e come
noi più volte su questo blog avevamo supposto potesse avvenire (stupiti anzi
che ciò non fosse ancora accaduto, ma in Norvegia certe decisioni si ponderano
più a lungo che altrove), il triste impero di mister Jan Jönsson, l’allenatore
svedese che in due anni di head coaching
a Trondheim ha vinto poco e convinto ancora meno, è finito il 7 dicembre 2012,
quando il Rosenborg lo ha finalmente licenziato (ma la Tippeligaen non si è
liberata di lui: lo ha ingaggiato l’Aalesund, dove forse, in un club meno
ambizioso, potrà dimostrare, con meno pressioni addosso, il proprio valore). Al
suo posto arriva un allenatore ancora giovane (è del ’65) ma già molto quotato:
si tratta di Per Joar Hansen, l’uomo che ha guidato la Norvegia Under 21
al superamento delle qualificazioni degli Europei di categoria (sarebbe dovuto
essere lui a guidare la squadra alla fase finale prevista a giugno in Israele,
ma ha rinunciato proprio per accasarsi al Rosenborg). La scelta di un coach à la page come Per Joar Hansen è
sintomatica della volontà del Rosenborg di dare una svolta, di rinverdire i
vecchi fasti, e anche la rosa cambia aspetto. Resta, inamovibile, Borek
Dockal, e rimane pure, tra gli altri, Mikael Dorsin (Rade Prica
invece se ne va al Maccabi Tel Aviv e Steffen Iversen lascia la squadra per
sopraggiunta anzianità, mentre il trequartista ventisettenne Daniel Fredheim
Holm, una promessa mantenuta a metà, si accasa al Vålerenga). Gli acquisti sono
interessanti e parlano quasi tutti danese: arriva infatti un terzetto composto
da Mike Jensen (centrocampista, 25 anni, dal Brøndby), Tobias
Mikkelsen (centrocampista avanzato, 26 anni, dai tedeschi del Greuther
Fürth) e Nicki Bille Nielsen (attaccante, 25 anni, dal Villareal, ma nel
2012 ha giocato in prestito al Rayo Vallecano; in Spagna è noto col nome di “El
Pistolero”, per via di una pistola, nemmeno piccolissima, tatuata tra pancia e
fianco destro). Tre danesi non più giovanissimi né famosissimi, che però erano
sui taccuini di molti talent scout europei, e dei quali i dirigenti del
Rosenborg sono convintissimi. Arriva anche – ma lui lo conosciamo già –
l’“americano di Oslo”, l’ottimo Mikkel Diskerud, al rientro in Norvegia dopo
solo sei mesi al Gent.
Tromsø – Lo shock della sconfitta con l’Hødd in finale di Coppa, e in generale
di un 2012 vissuto da protagonisti ma privo di allori (nemmeno la
qualificazione all’Europa League è stata ottenuta, anche se la classifica
fair-play concede ancora una speranza di ripescaggio), sarà difficile da
superare. Ma a Tromsø, lassù tra il ghiaccio e il sole di mezzanotte, hanno
lavorato come sempre tutto l’inverno per preparare una squadra competitiva.
Perché a Tromsø si lavora a lunga scadenza, non di stagione in stagione ma sul
lungo periodo, secondo una ricetta che ormai abbiamo imparato a conoscere.
Sulla linea della continuità, l’addio in panchina di Per-Mathias Høgmo, che
sembra avere intenzione di interrompere la carriera di allenatore (in realtà ha
solo 53 anni, ma allena dall’89 e ha molti interessi, ad esempio è stato anche
titolare di un dottorato di ricerca in scienze motorie, ovviamente incentrato
sul calcio, all’Università di Tromsø), è stato superato con la promozione a
capo allenatore di Agnar Christensen, che di Høgmo è stato a lungo
secondo. La rosa prevede il solito mix di talenti giovani e no cresciuti in
casa, alcune scommesse dall’estero, qualche senatore a fare da riferimento. I
ragazzi “made in Tromsø” più importanti sono Ruben Yttergård Jenssen (24
anni) e Thomas Drage (21), entrambi a centrocampo, reparto cui si
aggiunge un altro ventunenne di belle speranze, Lars Gunnar Johnsen,
prelevato dai cugini del Tromsdalen. Gli stranieri di rilievo sono il difensore
senegalese Saliou Ciss e l’attaccante ceco (che ha vinto la classifica
marcatori 2012 a pari merito con Kovacs) Zdenek Ondrasek (non male
neanche un altro attaccante, lo svizzero ventiduenne Aleksandar Prijovic),
rimasti in biancorosso dopo un 2012 spettacolare; a loro si aggiungono il
difensore polacco Jaroslaw Fojut (25 anni, proveniente dallo Slask di Breslavia)
ed anche uno dei pochissimi inglesi che si vedono da queste parti, il
centrocampista ventenne Josh Pritchard (che è stato convinto ad
accettare l’offerta del Tromsø da John Arne Riise, che gli ha parlato molto
bene della squadra), in prestito dal Fulham (che ha l’opzione per richiamarlo
in squadra quando vuole). Quanto ai senatori, be’, oltre all’inossidabile Mika
Koppinen, torna a Tromsø un vecchio idolo dei tifosi, Morten Moldskred,
trentaduenne reduce dalla poco gloriosa avventura all’Århus e pronto a
riscattarsi con una maglia con addosso la quale ha giocato già dal 2006 al
2010. In uscita, Kara va al Gent e Fredrik Björck all’Häcken; Ole Martin Årst e
Hans Åge Yndestad hanno invece terminato la carriera.
Viking
– Con un girone di ritorno sontuoso (se si fosse giocato solo quello, avrebbe
vinto il campionato a pari punti con il Molde), la squadra di Stavanger l’anno
passato ha stupito tutti, raggiungendo un più che onorevole quarto posto che
promette molto molto bene per il futuro. Il Viking, ancora guidato dallo
svedese Kjell Jonevret, visto il buon esito della scorsa stagione,
specialmente della seconda parte di stagione, ha preferito fare un mercato di
basso profilo, per non alterare l’equilibrio di una squadra che sembra aver
trovato un’alchimia molto promettente. Praticamente non ci sono state cessioni,
l’unica uscita importante è quella di Erik Nevland che, non più giovanissimo
(35 anni), ha deciso di appendere la scarpette al chiodo. Pochissimo anche in
entrata: l’unico acquisto di peso è l’islandese Jón Dadi Bödvarsson (la
grafia corretta sarebbe Jón Daði Böðvarsson, lasciamo perdere...), trequartista
destro di vent’anni proveniente dal Selfoss e già nel giro della nazionale
maggiore (è il secondo islandese in rosa, c’è anche Indridi Sigurdsson).
Arriva anche un portiere, il ventottenne Christoffer Midbøe Lunde, che
però non dovrebbe sottrarre il posto al titolare Rune Almenning Jarstein.
Il resto della squadra resta così com’era: Yann-Erik de Lanlay, Trond
Erik Bertelsen, Trond Olsen, Veton Berisha ed altri che han
fatto bene sono rimasti. È stata una scelta giusta? Durante le amichevoli
invernali è arrivato anche uno 0-5 col Sandnes Ulf che preoccupa un po’, ma si
sa che le amichevoli lasciano un po’ il tempo che trovano: la sentenza è al
campo, ma il Viking potrebbe essere una delle sorprese del 2013.
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