È scattata ufficialmente stasera la
stagione 2017 del calcio norvegese: dopo sette anni di pausa dall’ultima
edizione, torna in scena la Supercoppa di Norvegia, ribattezzata quest’anno
Unicef Mesterfinale. La competizione dovrebbe mettere di fronte la vincitrice
del campionato e la vincitrice della Coppa ma, visto che quest’anno il
detentore di entrambe le competizioni è il Rosenborg, la squadra di Trondheim
ha sfidato non la perdente della finale di Coppa (come invece avviene in molti
paesi, e in tal caso l’onore sarebbe toccato al Kongsvinger) ma la seconda
classificata del campionato, ossia il Brann. Altra “anomalia” rispetto a quanto
succede in altri paesi, a ospitare la finale in gara secca è stato proprio il
Brann invece del Rosenborg vincitore del campionato: probabilmente questa
scelta è stata fatta per provare a garantire a una competizione che
storicamente non ha mai avuto grosso appeal sul pubblico norvegese (con quella
di oggi sono solo quattro le edizioni giocate in tutta la storia a partire dal
suo esordio nel 2002) la miglior cornice di spettatori possibile – e il
pubblico di Bergen tende a essere più partecipe del più esigente pubblico di
Trondheim.
La premiazione del Rosenborg (foto da www.rbk.no) |
Alla fine il sold out non c’è stato ma
i 10861 spettatori di stasera (su una capienza totale di 17686) possono
considerarsi un risultato non pessimo per questa competizione che così tanta
fatica fa a imporsi all’attenzione generale – per quanto come sappiamo i
norvegesi siano veramente appassionati alla Coppa nazionale. Peccato che poi la
partita non sia stata la fine del mondo quanto a divertimento e spettacolo. Al
contrario la gara ha tenuto per quasi tutto il suo svolgimento ritmi soporiferi
da cui si è ben potuta evincere la scarsa forma fisica di entrambe le
contendenti. A prevalere è stata quindi la maggiore qualità del Rosenborg, che
poco ha faticato ad avere la meglio su un Brann sì volenteroso ma poco concreto.
I campioni di Norvegia, ribaltato il fattore campo senza troppi patemi, si sono
infatti imposti con un comodo 0-2.
Il primo tempo parte in maniera molto
compassata con le due squadre che giocano praticamente a specchio e non creano
moltissime occasioni da gol. La prima capita sui piedi dell’islandese Matthias
Vilhjalmsson che, avventatosi su una palla vagante a mezz’altezza, non riesce
ad impensierire Piotr Leciejewski, portiere polacco del Brann. Dal canto suo il
Brann è raramente pericoloso, e solo su palla inattiva. Troppo poco per un
Rosenborg programmato per uccidere, che infatti alla mezz’ora azzanna la preda:
i bianconeri fraseggiano bene finché Fredrik Midtsjø entrando in area serve il
neo arrivato Milan Jevtovic con un pregevole colpo di tacco. Il serbo, tornato
in Norvegia dopo solo sei mesi in Turchia (ma è in prestito dall’Antalyaspor
soltanto fino ad agosto), è bravo nello stop a seguire, manda a vuoto un
difensore avversario e scarica il destro che, complice una deviazione, finisce
in rete a siglare lo 0-1. Il primo tempo finisce senza regalare ulteriori
sussulti.
La ripresa segue il leitmotiv dei
primi quarantacinque minuti, con un Rosenborg che predilige un logorante
tiki-taka a cui il Brann non riesce a porre rimedio. Daniel Braaten prova a
sfondare sulla fascia sinistra, ma la squadra di Kåre Ingebrigtsen è attenta e
non concede nulla. In una partita in cui per la prima volta erano consentiti
quattro cambi a squadra, attorno al 60° una girandola di cambi – ben sei, tre a
team – cambia la fisionomia delle formazioni in campi. Tra i nuovi innesti,
balza all’occhio l’ingresso di Nicklas Bendtner, che scrive così il proprio esordio
ufficiale con la maglia del Rosenborg. Sarà proprio lui a fine gara, dopo che i
padroni di casa non sono riusciti che a fare qualche lancio alla rinfusa in
area bianconera senza impensierire troppo gli ospiti, a giocare bene di sponda nel
servire un bell’assist a un altro subentrato, Tore Reginiussen, il quale di
sinistro, senza pensarci due volte, trafigge sotto le gambe Lecejewski, che riesce
solo a toccare il pallone senza però evitare che si infili in porta: è 0-2. Il
secondo tempo finisce qui. Il Rosenborg alza al cielo il primo trofeo della
stagione e può festeggiare, anche se la partita non è stata di certo esaltante,
e anzi ha fatto registrare una vera e propria moria di azioni e spunti
tecnico-tattici. Forse il gesto più bello della serata è arrivato anzi fuori dal
campo quando il mister del Rosenborg, attorno al 60°, accortosi di un
giovanissimo spettatore avversario che guardava il cielo sconsolato per lo
strapotere del Rosenborg, ha provato a consolarlo con un gesto affettuoso.
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