Ok, con i suoi 107 mila casi totali e i suoi 708 morti complessivi (che sono sempre un’enormità, intendiamoci, ma ci sono paesi, tra cui l’Italia, che stanno molto peggio), la Norvegia non è, per fortuna sua e di chi come noi la ama visceralmente, l’epicentro mondiale della pandemia di coronavirus. Questo non esclude, e anzi per certi versi probabilmente lo implica, che non venga posta una scrupolosissima attenzione al contenimento del contagio. Col virus non si scherza, lo sappiamo bene, e anche laddove ci sono pochi casi politiche estremamente improntate al laissez-faire potrebbero procurare danni. Per questa ragione, il governo norvegese è stato in questi mesi maniacalmente pignolo nell’imporre misure estremamente restrittive per evitare che il contagio prendesse piede: ne sa qualcosa il Molde che, a causa dell’impossibilità per gli stranieri di entrare in Norvegia senza un’opportuna quarantena, è stato costretto a giocare all’estero (Spagna e Ungheria) le proprie partite casalinghe di Europa League (ed è già buono che ce l’abbiano fatto andare senza fermarlo in aeroporto…)