sabato 3 aprile 2021

Mondiali 2022, qualificazioni: per la Norvegia sei punti nelle prime tre partite

La nazionale norvegese di Ståle Solbakken esce dai primi tre impegni validi per le qualificazioni al Mondiale 2022 con 6 punti in tre partite, frutto di due vittorie e una sconfitta. I norvegesi, inseriti nel raggruppamento G con Turchia, Olanda, Montenegro, Lettonia e Gibilterra. Le vittorie sono giunte proprio con Gibilterra (3-0 il 24 marzo) e nella dura trasferta di Podgorica, per 0-1 ai danni del Montenegro. La sconfitta invece, formalmente in casa ma di fatto alla Rosaleda di Malaga per le limitazioni ai viaggi in ingresso imposte dal governo norvegese, è avvenuta contro una delle mine vaganti del girone, la Turchia di Senol Gunes, con un pesante 0-3. Con questi sei punti, la Norges FotballForbund è seconda nel girone, a parità di punti con Olanda e Montenegro, che godono però di una migliore differenza reti, ad una sola lunghezza dalla Turchia capolista, che nel terzo turno, dopo aver sconfitto l’Olanda all’esordio, fa tirare un sospiro di sollievo alle altre del girone pareggiando con la Lettonia, fin lì ferma a zero punti.

A Gibilterra, la nazionale norvegese scende in campo con una maglietta in difesa dei diritti umani per sensibilizzare l’opinione pubblica, in Norvegia molto interessata al tema, in merito alle violazioni che stanno avvenendo in Qatar durante i lavori di preparazione per i prossimi mondiali (foto dalla pagina Facebook della Federcalcio norvegse, Fotballandslaget)

 

Cercando di valutare le prime tre uscite della nuova Norvegia di Solbakken, possiamo affermare che le convocazioni hanno rispecchiato, nel complesso, quella che ad oggi può essere la migliore espressione norvegese tra calciatori impegnati all’estero ed atleti di Eliteserien che si sono contraddistinti per merito in questa stagione, come Patrick Berg e Marius Lode nel Bodø ed il difensore Stian Gregersen nel Molde. Oltre a godere di una rosa ampia e facilmente adattabile a vari sistemi, la Norvegia ha avuto forzatamente un periodo di adattamento somatico, in cui i calciatori hanno preso confidenza con quello che il nuovo allenatore gli chiedeva. Ecco perché, nel 4-3-1-2 iniziale contro Gibilterra, i norvegesi hanno impiegato 43 minuti prima di portarsi in vantaggio con Alexander Sørloth, per poi raddoppiare quasi immediatamente con un prospetto come Kristian Thorsvedt, che sta pian piano conquistando terreno nelle gerarchie di centrocampo. Oltre agli inserimenti di Thorsvedt ed alla sua capacità di spaccare le partite, nella nuova Norvegia è apparso chiave l’apporto di Fredrik Midtsjø come sentinella da numero 5, la qualità di Martin Ødegaard, tra i pochi 10 puri in Europa, e l’attacco pesante Alexander Sørloth-Erling Braut Haaland, nonostante in questa prima uscita l’attaccante del Borussia Dortmund non abbia brillato. Da segnalare anche il pregevole terzo gol di Jonas Svensson, un terzino che ama spingere e rendersi pericoloso quando possibile. 

Dopo la vittoria di Gibilterra, l’incontro con la Turchia ha acceso un primo allarme per Solbakken: una squadra “diesel” che, partita a rilento, ha subito due gol in 28 minuti senza poi essere in grado di ribaltarli. Il conseguente cambio tattico ha portato a un più coperto 4-4-2, in cui Berg ha preso il posto di Thorsvedt al fianco di Midtsjø. La forza dell’avversario ha però fatto sì che fosse impossibile recuperare un incontro in cui la Norvegia è sembrata costantemente affannata per cercare di giocarsela con l’avversario. Da segnalare comunque l’ottima prestazione di Berg a centrocampo e di Ødegaard e Sørloth in attacco nonostante il risultato. Anche Haaland, più intraprendente, ha provato a mettere la firma contro una difesa arcigna e ricca di talento. 

Per evitare di ripetersi e per avere un’idea complessiva sull’organico, contro Montenegro Solbakken sceglie di togliere Midtsjø a centrocampo per inserire Morten Thorsby: l’ex Sampdoria risponde presente, sfornando una partita da 11 contrasti vinti su 15 e collaborando a mantenere il risultato di 0-1 fino alla fine. Con lui, le sfuriate di Mohamed Elyounoussi come ala sinistra hanno creato superiorità, favorendo il killer instinct di Sørloth come nel gol dello 0-1. In più, con grande caparbietà ed esperienza, la Norvegia ha saputo mantenere il risultato rintuzzando i tentativi dei montenegrini, mostrando di saper tenere alta la tensione anche in una partita sportivamente al cardiopalma. 

Con le due vittorie quindi, la Norvegia ha fatto quello che ci si aspettava: e se la nota stonata può essere la sconfitta con la Turchia, che si è comunque rivelata troppo forte per la Norvegia attuale, la profondità di rosa e la capacità di adattarsi a qualsiasi avversario lasciando presagire che a questa squadra manchi semplicemente un po’ di affiatamento per togliersi grandi soddisfazioni in futuro. Il potenziale c’è: prossimo appuntamento, il primo settembre contro l’Olanda in casa (sperando di poter giocare davvero in Norvegia e non a giro per l’Europa) sarà un big match non solo per il blasone dell’avversario, ma anche per la posta in palio: chi dovesse perdere potrebbe avere seri problemi a restare in scia al treno che porta in Qatar!

24/3, a Gibilterra: Gibilterra-Norvegia 0-3
27/3, a Malaga: Norvegia-Turchia 0-3
30/3, a Podgorica: Montenegro-Norvegia 0-1

Classifica dopo tre giornate: Turchia p. 7; Olanda, Montenegro, Norvegia p. 6; Lettonia p. 1; Gibilterra p. 0.

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