Il campionato norvegese ha
abbondantemente spento i suoi fari dopo lo spareggio tra Stabæk e Jerv, con la
vittoria dei vincitori della Tippeligaen 2007 che solo nei minuti finali del
ritorno hanno evitato la clamorosa onta della retrocessione. Ma per noi di
calcio norvegese non finisce qui, perché, dopo un anno vissuto e sentito come
lo è stato il 2016, abbiamo deciso, come già al termine del girone di andata,
di proporre una TOP 11 di questa seconda parte di stagione. La squadra
che abbiamo eletto come quella dei migliori prospetti del girone di ritorno ha
subito molte modifiche, soprattutto a causa del cambio di casacca di tanti che
a inizio anno avevano fatto vedere grandi cose, da Fred Friday a Milan Jevtovic passando per Mohamed Elyounoussi, trasferitisi a metà stagione in campionati
europei più importanti di quello norvegese.
A guidare questo 3-4-3 rimane l’ossatura
del Rosenborg, che resta la squadra da battere e lo sarà forse per
chissà quanto altro tempo. Sono cambiati però gli interpreti della squadra di Kåre
Ingebrigtsen, che ha saputo rinnovarsi in corso d’opera come solo le big sanno
fare. Come allenatore della nostra Top 11 però, scusateci il patriottismo, gli
abbiamo preferito il nostro Andrea Loberto, che si è congedato da
Haugesund con un memorabile accesso in Europa League. Ma la sua elezione
a migliore allenatore dell’anno non è solo per via dei risultati o della
nazionalità: il suo gioco ha fatto esprimere al meglio alcune pedine importanti
i balcanici come Filip Kiss o Haris Hajradinovic, che hanno saputo sopperire al
calo di un Torbjørn Agdestein che sotto la gestione di Loberto è stato quasi
sempre sotto tono.
In porta,l’accoppiata André
Hansen-Adam Kwarasey: è un dato di fatto, il Rosenborg è la difesa che ha
subito meno gol in assoluto in questa Tippeligaen, solo 25. Se è vero che il
reparto difensivo è formato da grandi giocatori, anche gli estremi difensori
non sono da meno. Il norvegese è stato sostituito dal nazionale ghanese,
tornato dall’infortunio, che non ha affatto demeritato.
In difesa, il trio Jonas Svensson (Rosenborg), William Troost-Ekong (Haugesund), Azar
Karadas (Brann): il terzino del Rosenborg, arrivato all’anno della
consacrazione, ha giocato la maggior parte della stagione a un gran livello,
sia dal punto di vista offensivo che difensivo – a tratti ricorda Lichtsteiner
e ha sublimato l’annata entrando costantemente nell’undici titolare della
nazionale norvegese. Troost-Ekong invece ha stupito per carisma e
sicurezza: il nigeriano è capitano dell’Haugesund e lì dietro ha davvero
diretto le cose e portato i suoi compagni ad essere attenti su ogni pallone. La
sua assenza per i giochi olimpici si era fatta sentire, tanto da costringere
Loberto a cambiare schema, ma una volta tornato in Norvegia (tra l’altro non a
mani vuote, ma con una medaglia di bronzo al collo) di più non avrebbe potuto
fare. Anche il difensore del Brann secondo in classifica, Azar
Karadas, entra di diritto in questa formazione: chiude l’annata con 24
presenze condite da cinque gol, con la sua squadra che ha subito tra l’altro
solo due reti in più rispetto al Rosenborg, chapeau.
A centrocampo, abbiamo scelto due
mediani di ordine e piedi buoni con due ali molto ma molto offensive. I mediani
sono Malaury Martin e Kevin Barmen. Il francese del Lillestrøm
ha tenuto le redini del centrocampo, rivelandosi un ottimo centrocampista d’impostazione
che ama proiettarsi in avanti e fare gol: ne ha relizzati ben sette quest’anno,
i suoi tifosi non avrebbero potuto chiedere di più. Barmen invece si è
rivelato uomo assist oltre che uomo gol di un variegato Brann: in alcune
partite, grazie a sue giocate ha fatto in modo da far trionfare i suoi. Senza
di lui forse la squadra di Bergen non sarebbe arrivata così in alto. Come ali
invece abbiamo scelto due rivelazioni della seconda parte di stagione, anche se
in realtà sia Mushaga Bakenga che Ghayas Zahid sono degli esperti
di questo campionato. Il primo alcuni anni fa era considerato un vero enfant
prodige dai norvegesi, ma poi si è perso un po’ nel grigio Belgio. Tornato al
Rosenborg con tanta voglia di fare, quest’anno è stato bloccato dai vari
infortuni. Quando è rientrato al pieno della forma, un po’ per la classifica
agevole ed un po’ per le sue immense qualità, ha avuto minuti di gioco ed
azioni importanti, e ci ha ricordato chi era e quali fossero i suoi punti di
forza, come dribbling e gol. Chiude la stagione con 9 presenze e 7 gol, una
media pazzesca. Zahid viene invece premiato come uomo copertina di un Vålerenga
che è sembrato spacciato per gran parte della stagione. A cavallo tra
andata e ritorno però, grazie anche alle sue giocate e ai suoi velenosi tiri a
giro, la squadra di Oslo ha saputo rialzare la cresta giungendo a una salvezza
relativamente tranquilla.
Attacco delle grandi occasioni quello
che la Tippeligaen ci ha saputo sfoggiare in questo finale di stagione: Fitim Azemi-Christian Gytkjær-Mos
Abdellaoue. Azemi nel Bodø ha di fatto sostituito Milan Jevtovic,
partito per le calde terre di Turchia al fianco di Eto’o, in quel di Antalya: il
compagno ha saputo sostituirlo alla perfezione, anche se non è riuscito ad
arginare l’emorragia di gioco che ha colpito a fine stagione la sua squadra,
che con sei sconfitte nelle ultime sette giornate è incappata in una
retrocessione che a metà stagione sembrava assolutamente inevitabile. Qualità,
velocità e concretezza nel passaporto di Azemi. Uno dei pochi superstiti
dalla TOP 11 del girone di andata è Christian Gytkjær: avremmo dovuto
cambiarlo dopo ben diciannove reti? Noi crediamo di no, anche se il danese ha
ancora tanto da dimostrare fuori dai confini norvegesi. Ma per freddezza e
bravura nel concretizzare, è in assoluto il miglior centravanti che la Tippeligaen
abbia avuto in questa stagione. Chiudiamo con uno che ha praticamente salvato i
suoi a botte di gol, ovvero Mos Abdellaoue. L’Aalesund viaggiava
spedita verso la retrocessione, che a luglio vi avremmo predetto come scontata.
Da lì in poi l’attaccante ha deciso di tirar fuori gli artigli: dal 6 novembre
fino alla fine del campionato ha collezionato 13 reti, con il suo Aalesund che
chiude la stagione nono. A 28 anni, l’annata migliore della sua carriera nel
suo stato migliore di forma.
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