Uno spettro aleggia sui media
norvegesi di stamattina, un interrogativo utopico, un’ombra che sembra
promettere un futuro migliore ma riaprire ferite non ancora rimarginate: e se avessimo giocato così anche contro l’Ungheria?
Ma è inutile perdere tempo su considerazioni anacronistiche: nessun What If – che tra l’altro è il titolo di
una canzone di una cantante norvegese molto nota anche alle nostre latitudini,
Lene Marlin – ha mai riscritto la storia, quindi sul latte versato piangere non
serve a niente. Piuttosto possiamo provare una considerazione a carattere
statistico: la Norvegia ha incontrato spesso l’Islanda negli ultimi anni e ha
vissuto sulla propria pelle i progressi dei “cugini” isolani. Se nel girone di
qualificazioni al precedente europeo, tra 2010 e 2011, i nostri contro gli
islandesi fecero sei punti in due incontri, nelle qualificazioni ai Mondiali
del 2012 l’Islanda nei due scontri diretti fece ben quattro punti, lasciando
alla Norvegia solo un pari a Oslo. Dal 2013 le due nazionali non si sono poi
più incontrate ma, mentre la Norvegia incappava in un cammino europeo non
esaltante finito poi con la débâcle ungherese, l’Islanda cresceva al punto di
qualificarsi per il prossimo Europeo dopo aver fatto un figurone in un girone
non banale che ha visto soccombere tra gli altri pure l’Olanda. Bastava questo per
pensare che l’amichevole Norvegia-Islanda di Oslo ieri sera, al di là del
fattore campo, per i nostri sarebbe stata parecchio complessa.
Stefan Johansen festeggia dopo aver segnato, ad appena 40 secondi dal fischio d’inizio,il gol lampo che ha portato in vantaggio la Norvegia contro l’Islanda (foto Digitalsport da aftenposten.no) |
E qua si torna all’interrogativo
iniziale: e se avessimo giocato così anche contro l’Ungheria? Già, perché la
squadra messa in campo ieri sera da Per-Mathias Høgmo, quantunque reduce dalla
batosta di Porto, è apparsa convincente sin dalle prime battute. Il condottiero
nativo di Tromsø ha rimescolato un po’ le carte dalla trasferta lusitana, dando
spazio ai giocatori che hanno saltato la precedente partita perché ancora
impegnati in campionato: dentro Vegard Forren in difesa e Pål Andre Helland in
attacco; c’è spazio fin dal primo minuto anche per Jonas Svensson, difensore
classe ’93 del Rosenborg all’esordio assoluto in nazionale maggiore. E il 4-3-3
disegnato da Høgmo, più sfrontato del 4-4-2 visto al Dragao, sembra girare bene
sin da subito. Pronti, via e Stefan Johansen si avventa in sforbiciata su una
palla vagante in area islandese e sigla il gol che porta in vantaggio la
Norvegia. Sono passati 40 secondi dal fischio di inizio.
Anche se la Norvegia piace, l’Islanda
non è venuta a Oslo per vedere i quadri di Munch e cerca una reazione: al 36° Sverrir
Ingi Ingason pareggia i conti; il difensore del Lokeren svetta con decisione su
un corner spiovente e di testa indovina il colpo che mette fuori causa Nyland.
Tuttavia allo scadere una splendida punizione di Helland, al primo sigillo in
nazionale, consente alla Norvegia di andare al riposo in vantaggio dopo che
poco prima del fischio conclusivo Joshua King si fa ammonire per una patetica
simulazione in area (“È un comportamento inaccettabile”, lo avverte Høgmo a
fine gara: in Norvegia i comportamenti antisportivi sono meno tollerati che
altrove...)
Nella ripresa il refrain non cambia:
la Norvegia è pimpante, sembra più convinta degli avversari, forse ancora un po’
imballati da una preparazione che prevede il top della forma solo tra una
decina di giorni, quando con l’inizio degli Europei si inizierà a fare sul
serio. Fatto sta che i nostri premono ancora e vanno ancora a rete. La
confezionano due giocatori entrati sul campo da una decina di minuti: Martin
Samuelsen con un tocco di testa forse non del tutto voluto manda in area un
pallone morbido che sembra facile preda del portiere avversario Ingvar Jónsson
(che tra l’altro gioca in Norvegia, nel Sandefjord che milita in Obosligaen);
più lesto di tutti è però Alexander Sørloth, che con un tocchetto astuto
anticipa l’avversario e lo beffa con un delizioso pallonetto. Anche per Sørloth,
che ha esordito in nazionale domenica a Porto, è il primo gol con questa
maglia.
A dieci minuti dal termine, una mano
malandrina in area di Vegard Forren, che con un simile intervento sottorete
avrebbe di sicuro sorpreso il muro avversario se solo avesse giocato a
pallavolo, propizia il rigore per l’Islanda, che Gylfi Sigurdsson segna senza
incertezze. Ma è troppo tardi: la Norvegia vince 3-2.
È troppo tardi, come detto, anche per
chiedersi cosa sarebbe successo se questa Norvegia così convincente e decisa l’avessimo
vista anche nello sciagurato playoff con l’Ungheria. Pazienza, ormai l’Europeo
è roba di altri, e tra questi altri c’è anche l’Islanda, a cui va la nostra
simpatia, sia per la relativa contiguità geografica sia per la collaborazione
calcistica che i due paesi intraprendono da anni: molti giocatori islandesi
giocano o hanno giocato in Norvegia, e non a caso l’Islanda è l’unica nazionale
dell’Europeo a portare in Francia giocatori che giocano in Tippeligaen (il portiere
Hannes Halldórsson del Bodø/Glimt e la leggenda Eidur Gudjohnsen del Molde) e
addirittura Obosligaen (il già citato Ingvar Jónsson). Quindi speriamo che la
sconfitta di Oslo aiuti i cugini islandesi a migliorare nelle cose che non
hanno funzionato a dovere e affrontare al meglio il prestigioso impegno. Quanto
a noi, dopo l’amichevole di domenica a Bruxelles contro il Belgio non resta che
assistere a un Europeo per il quale l’impegno più gravoso sarà scegliere le
pizze da ordinare quando guarderemo le partite in televisione. Più in là, però,
ci aspettano le qualificazioni mondiali: Germania, Repubblica Ceca, Irlanda del
Nord, Azerbaigian e San Marino non hanno certo intenzione di concederci vita
facile in un girone tutt’altro che semplice che andrà affrontato al meglio. C’è
bisogno di una Norvegia diversa rispetto a quella che ha fallito la
qualificazione all’Europeo: speriamo che quelle viste ieri siano le tracce di
una nuova Norvegia, più preparata per le sfide che la attendono.
Formazione Norvegia: Ørjan Nyland
(Ingolstadt), Jonas Svensson (Rosenborg), Even Hovland (Norimberga), Vegard
Forren (Molde), Haitam Aleesami (IFK Göteborg), Markus Henriksen (AZ Alkmaar), Ole
Selnæs (Saint-Étienne), Stefan Johansen (Celtic Glasgow) [82° Ruben Yttergård
Jenssen (Kaiserslautern)], Pål Andre Helland (Rosenborg) [53° Martin Samuelsen
(West Ham)], Joshua King (Bournemouth) [53° Alexander Sørloth (Groningen)], Adama
Diomande (Hull) [72° Iver Fossum (Hannover 96)]. Allenatore: Per-Mathias Høgmo.
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