Non riesce l’impresa del Bodø/Glimt a Varsavia: dopo aver già perso l’andata in casa, la squadra di Kjetil Knudsen esce dalla Champions League inchinandosi 2-0 in terra polacca contro un Legia obiettivamente superiore nel computo totale delle sfide. I gialloneri, dopo aver subito eccessivamente durante la partita d’andata, cambiano lo spartito e optano per un’insolita difesa a tre, con Nitika Haikin in porta e Marius Hoibraten a prendere il posto dell’infortunato André Bjorkan in un reparto difensivo formato da Marius Lode e Brede Moe assieme a lui. A centrocampo, Sondre Fet e Alfons Sampsted sulle fasce, con Ulrik Saltnes, Patrick Berg e Hugo Vetlesen a completare il reparto a cinque. In attacco, spazio al brasiliano Pernambuco, sorpresa dell’andata e migliore dei suoi, assieme a Erik Botheim.
Un’immagine della partita di Varsavia (foto Kent Even Grundstad da www.glimt.no)
I primi venti minuti di partita sono interessanti per il Bodø, che inizia con un piglio diverso rispetto all’andata cercando con più convinzione del Legia il gol che rimetterebbe a posto le cose. Al 33° primo sliding door della partita: su un passante rapido e rasoterra proveniente dalla destra, Erik Botheim si trova da solo davanti al portiere Artur Boruc, sparando però altissimo e sprecando così una ghiotta occasione. Gol sbagliato gol subito, come recita una delle regole non scritte del calcio: i polacchi tornano su soltanto al 35° minuto ma fanno male a 5’ dalla fine del primo tempo, grazie al brasiliano Luquinhas, che sfrutta una ripartenza veloce sulla sinistra per ubriacare con le sue finte il difensore Moe e insaccare alle spalle di Haikin un gol pesantissimo di piatto destro.
Nel secondo tempo, l’inerzia iniziale è sicuramente polacca anche se i campioni di Norvegia provano a impensierire il Legia, soprattutto con un colpo di testa del difensore subentrante Sigurd Kvile, che colpisce la traversa al 69° minuto. Il Bodø si scopre, il Legia attende e prova a fare male in ripartenza, tanto da trovare il raddoppio in pieno recupero, al minuto 94: contropiede fulminante che si sviluppa sul lato destro del campo, palla in profondità per Mattias Johansson e gol del neoentrato Tomas Pekhart, per il 2-0 finale che condanna i norvegesi e spegne il sogno Champions League della compagine di Kjetil Knudsen. Compagine che si conferma come una squadra bella da vedere, coraggiosa e con idee ma ancora troppo acerba per un palcoscenico di questo tipo, soprattutto al cospetto di avversari ben più ricchi di esperienza.
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