venerdì 19 febbraio 2021

Europa League 2020/21, andata sedicesimi: il Molde rischia il tracollo ma pareggia 3-3 con l’Hoffenheim

Con carattere e caparbietà, il Molde esce dalla sfida casalinga (ma sul neutro di Villareal) contro l’Hoffenheim con un risultato tutto sommato positivo. Perché gli uomini di Erling Moe, sotto 1-3 e a un passo dal tracollo, hanno saputo risalire la china andando a pareggiare la contesa. Il ritorno, seppur dalle complicate previsioni, lascia tutto sommato spazio a qualche speranza. 

La festa del Molde dopo il gol del 3-3 (foto Alberto Saiz/AP Photo da www.moldefk.no)

 

Il nuovo Molde targato 2021 inizia variando il suo schema: dal 4-2-3-1 che eravamo abituati a vedere lo scorso anno, si passa ad un più quadrato 4-4-2. Che prevede però Mathis Bolly ed Eirik Andersen come ali, senza quindi avere timori reverenziali nei confronti dell’avversario. Il quale, con il consueto 3-4-1-2 si affida all’uomo del momento, l’israeliano Munas Dabbur, in coppia d’attacco con Ihlas Bebou

Dopo 28 minuti, il Molde è già sotto 0-2, su doppietta proprio di Dabbur: i due gol hanno dinamiche similari, con due cross, uno di testa su palla sporca ed uno dalla fascia, provenienti da sinistra in cui l’israeliano è bravissimo a colpire di testa. I tedeschi hanno dalla loro occasioni e possesso, ma lasciano in bilico la partita. Cosa che permette al Molde di accorciare le distanze con Martin Ellingsen, bravo a ribattere di destro su sviluppi di calcio d’angolo. La superiorità dell’Hoffenheim viene però fuori qualche minuto dopo, perché con rabbia, e su ripartenza, i tedeschi si rimettono in carreggiata con il contropiede fulminante di Christoph Baumgartner che batte Andreas Linde. 

Nel secondo tempo succede di tutto: Dabbur fa il bello e cattivo tempo: dopo la doppietta segna la terza rete personale che però viene annullata dal var e sbaglia un rigore al minuto 63, sul quale è bravissimo Andreas Linde che, mantenendo il piede sulla linea, riesce a intuire buttandosi sulla propria destra e neutralizzando il penalty. Moe capisce che i suoi sono in bambola di un Hoffenheim bravo a creare ma meno cattivo a concretizzare. Dentro Erling Knudzton e David Fofana per Mathis Bolly e Björn Sigurðarson: ovvero cambio totale delle ali di centrocampo. L’esperimento riesce perché Knudzton è più calato nel ruolo rispetto a Bolly, che è un attaccante. Il Molde acquista peso sulla fascia destra, dove lo schieramento di Sebastian Hoeneß lascia i tre difensori uno contro uno con gli attaccanti norvegesi, ben più freschi. Arriva così il gol di testa di Eirik Andersen, su assist di un Marcus Pedersen bravo a sfondare proprio sulla fascia destra. Dopo tre minuti, un’altra percussione di Pedersen semina scompiglio: questa volta, con un movimento similare, è Magnus Eikrem a calciare, con un liscio che favorisce il diciottenne Fofana, entrato in campo da pochi minuti. Si tratta della sorpresa assoluta, perché buttato nella mischia nel peggior momento per i norvegesi, il ragazzo dimostra di avere fisico, senso del gol e della posizione e la giusta dose d’incoscienza per un esordio del genere. 

Nonostante una serata travagliata, il Molde porta a casa un pareggio vitale per continuare a sperare: l’Hoffenheim si è dimostrato superiore ai norvegesi dal punto di vista offensivo, pur mostrando lacune non indifferenti quando la stanchezza ha iniziato a farsi sentire. Riuscire a reggere l’onda d’urto dell’avversario per 60 minuti per poi provare a marcare il gol che varrebbe la qualificazione potrebbe essere l’idea di Moe, che dovrà però risettare difensivamente la squadra. 

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